Acciaieria Valsugana Perdita di 21 milioni
Profondo rosso per Leali Steel: debiti per 107 milioni
Il bilancio 2016 della Leali Steel, l’azienda del gruppo Klesch a cui fanno capo le acciaierie di Borgo Valsugana e Odolo, nel bresciano, si chiude in profondo rosso.
La perdita è di 21,1 milioni di euro, che porta il patrimonio netto dell’azienda in negativo per 19,1 milioni. Questo a fronte di 107 milioni di debiti complessivi, di cui 36,7 milioni col fisco e 35,9 milioni con le banche. Quasi tutti i conti bancari sono stati pignorati (l’Adige del 20 dicembre). La produzione dell’azienda è praticamente ferma da prima di Natale. Si aspetta la cessione al gruppo algerino di Issad Rebrab. Che però non è chiaro neanche se rispetti gli impegni presi a Piombino.
Il 29 novembre Leali Steel ha chiesto il concordato preventivo con riserva. Il Tribunale di Trento ha concesso all’azienda fino al 4 maggio prossimo per presentare il piano concordatario, che dovrebbe avere il suo fulcro nella cessione ad un altro operatore del settore siderurgico.
Nonostante l’apertura della procedura, il fornitore Bandinelli spa di Mantova ha ottenuto il pignoramento dei conti correnti dell’acciaieria in Banco Bpm, Bnl e Cassa Rurale Giudicarie, mentre la bresciana Mocam srl ha penotato l’ipoteca giudiziale sugli immobili.
Sono rimasti disponibili i conti correnti in Montepaschi, Banca Popolare di Sondrio e Unicredit, dove i saldi sono molto piccoli, e quello in Banca Valsabbina, l’unico con qualche disponibilità. Con la quale Leali Steel ha pagato alcuni fornitori e una parte degli stipendi ai 106 lavoratori di Borgo e ai 120 di Odolo: la tredicesima e, l’altro ieri, la paga di dicembre. Ma non quella di novembre.
Il Tribunale ha nominato commissario giudiziale Pasquale Mazza e ha chiesto all’azienda di depositare rapidamente gli ultimi bilanci. Così nel registro delle imprese è diventato disponibile il bilancio 2016.
I ricavi di vendita sono pari a 71,5 milioni. Il dato 2015 non è noto, ma nel 2014 Leali Steel fatturava 107,3 milioni. Il calo è del 33% in due anni. I ricavi non coprono neanche i costi di produzione e del personale (10,9 milioni per quest’ultimo). Il margine lordo (Ebitda) è negativo per 6,8 milioni. A questo vanno aggiunti gli ammortamenti, i pesanti oneri finanziari (9,9 milioni) e le imposte, portando il rosso a 21,1 milioni.
Nello stato patrimoniale, a fronte di 50 milioni di immobilizzazioni, 26 milioni di crediti e 11 di rimanenze di magazzino, oltre alla liquidità in gran parte bloccata, ci sono ben 107 milioni di debiti. Quelli a breve sono 79,6 milioni, di cui 36,7 milioni di debiti tributari, 21,4 con i fornitori, 8,9 milioni con le banche e 1,8 milioni col personale, più le ritenute non ancora versate. Con le banche ci sono inoltre 27 milioni di mutui. Il patrimonio netto, già azzerato nel 2014 e poi parzialmente ricostituito, va in rosso di 19,1 milioni.
«In azienda è tutto fermo - afferma il segretario della Fim Cisl Luciano Remorini - I conti sono quasi tutti pignorati. A dicembre sono riusciti a pagare la tredicesima, ma non lo stipendio di novembre. Ieri (l’altro ieri ndr ) hanno sbloccato lo stipendio di dicembre». I 106 lavoratori di Borgo stanno passando un inverno con le paghe a singhiozzo. «Il lavoro è fermo - prosegue Remorini - non ci sono né acqua né gas. Hanno fermato la produzione prima di Natale».
Il gruppo Klesch, multinazionale svizzera che non avrebbe certo problemi a saldare una perdita di 20 milioni, ha fatto capire chiaramente che a Borgo non vuole andare avanti. Ha aperto una trattativa col gruppo algerino Cevital, che ha rilevato l’acciaieria ex Lucchini di Piombino. Il patron Rebrab ha annunciato più volte l’interesse per la Leali Steel, Ma, stando alla lettera che gli ha inviato il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda (vedi box), non è chiaro neanche se manterrà i suoi impegni in Toscana.