Cgil e Cisl in consiglio provinciale per difendere la riforma del settore porfido: tutela i lavoratori
I sindacati con la Provincia: «Una legge che migliora il settore»
«Se il nuovo disegno di legge sul porfido ha sollevato la contrarietà dei Comuni e delle opposizioni provinciali (sarebbero pronti oltre 400 emendamenti in favore dei concessionari) vuol dire che la riforma va nella direzione giusta, garantendo più controlli e reale tutela salariale e occupazionale».
Parole (e musica per le orecchie della giunta provinciale) pronunciate ad Albiano da Maurizio Zabbeni di Fillea Cgil e Fabrizio Bignotti di Filca Cisl per difendere principi e contenuti del disegno di legge Olivi-Viola, da ieri all’esame del consiglio provinciale per avviare una riforma che «tutela il porfido come bene comune, mette al centro l’interesse pubblico e la tutela del lavoro».
Questa mattina Cisl e Cgil hanno manifestato anche in consiglio provinciale a favore delll'approvazione del ddl porfido che, ribadiscono le due organizzazioni, «difende i lavoratori e le aziende virtuose».
Poco prima delle 10.30 i lavori dell'assemblea legislativa sono stati sospesi per cercare di trovare un accordo fra i gruppi.
La sala del Museo del Porfido di Albiano lunedì ha visto la presenza di 200 persone. Gli attivisti del Coordinamento Lavoro Porfido distribuivano un dossier sulle «verità nascoste dai sindacati agli operai» cercando d’intervenire e interrompere il dibattito.
Intanto sindacati e lavoratori del porfido annunciavano di essere pronti a difendere la nuova normativa anche con la loro presenza, appunto, in consiglio provinciale, come si è poi verificvato oggi, mercoledì.
«La riforma prova a scardinare un sistema distorto, governato dagli interessi dei cavatori che, complice anche l’inerzia dei Comuni, hanno agito sulla pelle dei lavoratori - sostengono Zabbeni e Bignotti, accompagnati da Moreno Marighetti della Fillea e Mati Nedzmi della Filca - La legge va nella direzione giusta e le previsioni normative vincolano sia le concessioni vigenti sia le future concessioni affidate con gara pubblica».
A soddisfare i sindacati il recepimento della richiesta di inserire nei bandi per le concessioni la «clausola sociale» e il pagamento diretto dei lavoratori con obbligo di fidejussione, tutelando occupazione e retribuzioni sulla base del contratto nazionale.
Altro punto centrale è il nuovo sistema dei controlli, con la Provincia che potrà intervenire a fronte all’inerzia dei Comuni, affidando al Servizio lavoro la vigilanza sulla corresponsione delle retribuzioni.
«Avremmo voluto che il legislatore fosse stato più coraggioso - sottolineano Zabbeni e Bignotti - Il mantenimento dei livelli occupazionali è perentorio a pena della revoca della concessione, disposta anche se l’attività di cava diventa pericolosa per salute e sicurezza dei lavoratori».
Se la legge fissa in 18 anni la durata massima delle concessioni, viene posto un rigoroso limite alla vendita del tout-venant (roccia grezza non lavorata).
«Il concessionario sarà responsabile di tutte le fasi della lavorazione. Chi appalta parte delle lavorazioni sarà responsabile in solido dell’intera filiera, riducendo lavoro nero e le finte partite Iva».
Il disegno di legge introduce anche il marchio di qualità e un registro delle imprese del distretto, favorendo la certificazione del processo.
Da oggi lavoratori e sindacati saranno in consiglio provinciale durante la discussione del disegno di legge.