Vinitaly Il Trentino brinda: +4% Il distretto del vino vale oltre 620 milioni
Il vino trentino si presenta a Vinitaly 2017, in programma alla Fiera di Verona da domenica 9 a mercoledì 12 aprile, con un nuovo balzo del volume d'affari e con la sfida della sostenibilità ambientale finalmente raccolta da quasi tutte le cantine. Il fatturato dei dieci principali gruppi di produzione e commercializzazione di vini e spumanti cresce nei bilanci 2015-2016 del 3,9%, salendo a 620 milioni di euro dai 597 milioni dell'anno precedente. Su tutti spicca la performance di Cantine Ferrari , sia con lo storico Trentodoc che con il Prosecco superiore di Bisol, che fa un balzo del 12% avvicinandosi ai 100 milioni di ricavi di gruppo ( l'Adige di venerdì). Ma buoni risultati li registrano anche il consorzio Cavit , cantine vitivinicole come Armani , Endrizzi , Gaierhof , Monfort , la società roveretana di commercializzazione Provinco , quotata in Borsa. Mezzacorona appare in frenata, ma ha cambiato la scadenza del bilancio e i dati non sono omogenei agli altri.
Tutto questo con una buona tenuta del mercato nazionale, benché da tempo maturo e saturo, ma anche con qualche incertezza sull'export. L'anno scorso le esportazioni trentine di bevande, di cui il vino è la grandissima parte, sono state pari a 360 milioni, l'1,8% in meno dell'anno precedente. Perdono colpi il mercato tedesco e quello svedese, crescono Regno Unito (nonostante la Brexit), Austria, Svizzera. Salgono del 14% le vendite in Giappone, trainate dalle bollicine Ferrari, e c'è chi apre nuovi sbocchi in Thailandia, Vietnam, Myanmar, Hong Kong, come la Cantina Endrizzi. Ma la grande incognita sono gli Stati Uniti, principale sbocco dei prodotti vinicoli trentini con 177 milioni di vendite. Il 2016 figura in frenata dello 0,8% e molto si deciderà sulle scelte protezionistiche della nuova amministrazione Trump.
Il messaggio importante con cui il Trentino vuole caratterizzarsi a questo Vinitaly è però la sostenibilità ambientale. «Proseguiamo sulla strada del progetto strategico sulla sostenibilità mettendo in sicurezza l'ambiente dei vigneti» sottolinea Bruno Lutterotti , presidente del Consorzio Vini , che coordina con Trentino Marketing la presenza trentina a Vinitaly, nonché di Cavit e Cantina di Toblino. «L'anno scorso la certificazione Sqnpi (Sistema di qualità nazionale produzione integrata) per l'uva ha visto l'adesione di undici cantine, di cui quattro sociali - precisa Lutterotti - Quest'anno l'adesione delle cantine sociali è totale, tranne Isera, e c'è anche quella dei viticoltori aderenti al Consorzio». Saranno certificate quindi le uve della vendemmia 2017. Ma chi ha già certificato l'uva, potrebbe fare il passaggio successivo col vino? «Questa è una scelta aziendale». Cantine Ferrari, intanto, ha fatto un passo in più: la certificazione bio dei suoi 100 ettari di vigneti di proprietà.
Per quanto riguarda l'andamento economico del settore, per Lutterotti è positivo. «Si riesce a confermare i dati molto buoni dell'anno scorso, in qualche caso con leggeri incrementi più a valore che a volume. L'Italia, nonostante sia un mercato saturo, dà ancora segnali positivi. Anche l'estero tiene. Sugli Stati Uniti, però, c'è un sentiment di attesa. Se dovessero essere prese decisioni protezionistiche, l'impatto sarebbe importante».
Resta la divisione con i Vignaioli trentini, che al Vinitaly saranno nello spazio della loro Federazione nazionale Fivi (vedi pagina a fianco). «Con i Vignaioli c'è un lavoro che stiamo portando avanti molto serenamente guardando oltre - sostiene Lutterotti - Il progetto sostenibilità più che una medaglia al vino è al servizio del viticoltore, che diventa una figura professionale che non inquina».
Più preoccupato per la rottura con i Vignaioli è Paolo Endrici , titolare della Endrizzi e presidente dei Vitivinicoli (Confindustria-Confcommercio). «La rottura tra l'industria vinicola e i vignaioli artigiani non ci porta avanti dal punto di vista dell'immagine complessiva - afferma Endrici - Il passo verso la sostenibilità è importante, ma non facile da raggiungere proprio per questa spaccatura. Sul Pinot Grigio, mentre parte la Doc interregionale sarebbe meglio fare un passo indietro sulla Doc trentina, riportando la resa da 150 a 140 quintali per ettaro».
Per quanto riguarda la sua cantina, nel 2016 le vendite sono cresciute del 9%, «con lo spostamento verso qualità migliori». Endrizzi sta esplorando i nuovi mercati asiatici «Siamo appena stati in Myanmar e siamo già presenti in Vietnam, Thailandia, Hong Kong, Giappone». Ma le missioni non sono più solo di Paolo e di sua moglie Christine : stanno prendendo in mano l'azienda i figli Daniele e Lisa Maria Endrici .