«Asili gratuiti per tutti, come in Scandinavia»
Che politiche per la famiglia possiamo inventarci per favorire il tasso di fecondità nei paesi dell’Europa mediterranea? Se lo è chiesto Francesco Billari, demografo dell’Università Bocconi di Milano e per anni direttore del dipartimento di Sociologia a Oxford. Cosa possiamo fare con le scarse risorse economiche di cui Italia, Grecia, Spagna e Portogallo dispongono? Billari ha tre risposte pratiche: favorire la concorrenza, abbassando i prezzi al consumo dei prodotti più utilizzati dalle famiglie numerose. Ma anche rendere gratuito l’accesso per gli asili nido, come per la scuola primaria, nessuno infatti si scandalizza che le scuole per i bambini da 6 a 10 anni siano gratuite.
Anche gli asili potrebbero essere finanziati con la fiscalità generale, come in Scandinavia, dove i tassi di natalità, non a caso, continuano a essere elevati. E poi con più trasparenza: dire alle famiglie che incentivi ci sono, quali sgravi e contributi nel caso scelgano di diventare genitori.
Billari non ha dubbi: chi vive in Italia non ha le stesse opportunità di diventare genitore di chi vive in Svezia.
La sua disamina è partita lambendo di striscio il quesito se diventare genitori sia un diritto. Lo è almeno se ci riferiamo alla cosiddetta «salute riproduttiva», per restare al tema principale di questa edizione del Festival. Quello che più salta agli occhi dalla grande mole di dati presentata e sintetizzata dal professor Billari, è il gap tra desiderio di genitorialità e la sua realizzazione concreta.
Gli europei dichiarano in media di desiderare più di due figli, ma le statistiche attribuiscono a ogni coppia 1,5 figli. Nei Paesi dove si sta meglio, per welfare e lavoro, si fanno più figli. In Francia, Svezia, Regno Unito, Danimarca e Belgio quasi due figli per coppia. Sotto quota 1,4 Italia, Spagna, Grecia e Portogallo. Analizzando i dati sotto il profilo del genere e del livello di istruzione, si scopre che le donne europee che hanno un alto tasso di istruzione hanno molte più possibilità di diventare madri. Nei Paesi mediterranei anche avere fratelli e sorelle diventa un elemento di rischio in più sul fronte della povertà. In Svezia chi ha fratelli, invece, ha addirittura più possibilità - dicono le statistiche - di arrivare alla laurea.