Lavoro, crollo delle assunzioni In un anno calo di 2.600 unità
Crollano le assunzioni nel primo semestre del 2019: sono state 2.600 in meno rispetto allo stesso periodo del 2018. Il saldo occupazionale dei primi sei mesi è positivo (ci sono 6.500 assunzioni più delle cessazioni), ma rispetto al periodo gennaio-giugno del 2018 si tratta di un peggioramento di circa 500 unità. Lo dice l’Agenzia del Lavoro.
Le assunzioni a tempo indeterminato in senso stretto sono passate dalle 5.098 di gennaio-giugno 2018 alle 6.516 dei sei mesi del 2019: 1.418 in più per un +27,8% (per incidenza sul totale delle assunzioni il tempo indeterminato sale, a distanza di un anno, dal 7,1 al 9,4%). Oltre alle assunzioni a tempo indeterminato, si registra una fortissima crescita delle trasformazioni all’interno delle imprese dei contratti a termine in tempo indeterminato. In questa prima metà del 2019 le trasformazioni a tempo indeterminato sono state 3.936, ben 1.686 in più, per un +74,9%, rispetto a gennaio-giugno del 2018. Alle conseguenze del decreto dignità (il numero 87 del 2018) in questo caso si «somma un effetto di trascinamento dovuto all’aumento dei contratti a termine dei precedenti anni» spiega l’Agenzia del lavoro.
Per quanto riguarda le altre forme d’inserimento al lavoro, aumentano di 300 anche le assunzioni con apprendistato e di poco più di 100 quelle a chiamata. Il calo delle assunzioni si rileva dunque per i contratti a tempo determinato (-744) e soprattutto per quelle con somministrazione (-3.949 a termine e invece +256 a tempo indeterminato) del 62,6%. Queste due forme contrattuali fanno diventare negativo sia nel confronto mensile che quello dell’intero semestre.
In giugno la domanda di lavoro delle imprese trentine si conferma calante, ma non così come nella prima metà dell’anno. In confronto a giugno 2018, infatti, le assunzioni diminuiscono di 82 unità e per lo 0,4 in termini relativi. Nel più lungo periodo, vale a dire nella prima metà del 2019, la dinamica delle assunzioni è più negativa. Rispetto a gennaio-giugno 2018 la flessione delle assunzioni è pari a 2.616 unità per un -3,6%. Il calo interessa per 1.983 unità il secondario e anche in questo caso soprattutto il manifatturiero (-1.727), mentre di 205 sono diminuite le assunzioni nelle costruzioni e di 51 nell’estrattivo. Resta negativo anche il terziario, che perde 1.100 assunzioni per un -2,1%. Nel settore diminuisce la domanda di lavoro del commercio (-178 assunzioni), dei pubblici esercizi e turismo (-117) e soprattutto dei servizi alle imprese (-1.067).
Il calo della domanda di lavoro nei primi sei mesi del 2019 si è accompagnato a un saldo occupazionale positivo, con le assunzioni che superano le cessazioni lavorative per 6.645 unità. Fino al mese scorso il saldo vedeva prevalere nettamente le cessazioni e il ritorno in positivo si deve alla ripresa delle assunzioni nei pubblici esercizi per la stagione turistica estiva e al maggior numero di entrate lavorative nel secondario e in agricoltura; nello stesso periodo dell’anno prima, in un 2018 che era stato però eccezionale per la domanda di lavoro delle imprese, il saldo occupazionale era migliore per quasi 500 unità (le assunzioni erano 7.135 in più delle cessazioni). La flessione delle assunzioni è soprattutto maschile (-1.906; 710 in meno quelle femminili) e ha interessato solo gli italiani (-2.643). Per età è diminuita la domanda di lavoro per i giovani fino ai 29 anni (-1.171), e per la fascia dei 30-54enni (-1.724), aumentano invece di 279 le assunzioni degli over 55.