La manovra del governo «toglie ai poveri per dare ai ricchi»: lo sciopero dei lavoratori edili in Trentino
Domani, 14 dicembre, quattro ore di stop indette dalla Fillea Cgil per le maestranze dell'industria del legno, dell'edilizia e affini: tra le richieste anche una riforma delle pensioni che consenta l'uscita dai 62 anni
TRENTO. In provincia di Trento Fillea Cgil ha proclamato per domani, mercoledì 14 dicembre, quattro ore di sciopero. I lavoratori e le lavoratrici incroceranno le braccia le ultime ore di ogni turno di lavoro.
Domattina alla 11 è in programma, inoltre, un presidio a Trento, sotto la sede del Commissariato del Governo in corso Tre Novembre.
Fillea Cgil è la Federazione italiana dei lavoratori del legno, dell'edilizia, delle industrie affini ed estrattive. Rappresenta e tutela le lavoratrici e i lavoratori dell'edilizia e affini, del legno e arredamento e dei comparti cemento, calce, gesso e fibrocemento, laterizi, manufatti in cemento, materiali lapidei ed estrattivi.
Nel mirino la manovra del governo «che toglie ai poveri per dare ai ricchi e che sui settori pubblici non stanzia un euro, mortificando il ruolo del lavoro pubblico».
Secondo la Fp Cgil «l'attenzione di questo governo sui servizi pubblici è pari allo zero, così come le risorse messe nella manovra finanziaria. A partire dalla Sanità: nessuna cura per chi cura, non si rifinanzia il fondo sanitario nazionale, non si tolgono i vincoli alle assunzioni di personale, non ci sono risorse per i rinnovi. Solo briciole poi per il personale delle strutture sanitarie e socio-sanitarie private in convenzione». Il sindacato ritiene che occorra rinnovare il contratto nazionale, stabilizzare i precari e avviare un piano straordinario di assunzioni, sostenere le difficoltà finanziare degli enti per ridurre le diseguaglianze, soprattutto al Sud e nelle aree più colpite dalla crisi economica.
«La manovra dimentica anche il sociale, non fa nulla per il contrasto alla povertà educativa e alla dispersione scolastica, per i servizi di inclusione, per l'assistenza socio-educativa. Servono risorse per garantire il welfare di prossimità, investire sui servizi di inclusione e nel sistema integrato dagli zero ai sei anni. È urgente intervenire sui Centri dell'impiego con assunzioni, investimenti e formazione per il rilancio delle politiche attive per il lavoro».E aggiunge: «É tutta la manovra a essere iniqua, a colpire i più poveri, ad accrescere la precarietà nel mondo del lavoro (voucher), a non modificare la Fornero e a cambiare in peggio il meccanismo delle indicizzazioni, a premiare gli evasori, a non affrontare l'emergenza salariale nel Paese.
Non si contrasta la povertà assoluta e si annuncia il superamento del reddito di cittadinanza, s'introduce la tassa piatta al 15% per il lavoro autonomo fino a 85 mila euro anziché rafforzare il meccanismo di progressività previsto dalla Costituzione, con i lavoratori dipendenti e pensionati che pagano il doppio di coloro che hanno il reddito tre volte superiore».
Critiche anche alla manovra di bilancio del Trentino che «non stanzia un euro per il rinnovo dei contratti pubblici, ripetendo lo schema del triennio 2019/2021 che ha costretto alla mobilitazione migliaia di lavoratrici e lavoratori dei comparti. Zero sugli ordinamenti professionali, malgrado l'impegno politico assunto col Protocollo del 15 dicembre 2021 e, sulla Sanità, una quota insufficiente per l'effettiva valorizzazione del personale, niente risorse fresche per il rifinanziamento dei Fondi Contrattuali e per un piano straordinario di assunzioni.
Zero anche gli interventi a favore del Terzo settore per sostenere il rinnovo dell'integrativo provinciale fermo da 15 anni ».