Cartiere a rilento e buste paga «leggere»: una settimana di cassa integrazione per 900 lavoratori
Dal boom dell'anno scorso, con prezzi alle stelle e fatturati da record, alla crisi di quest'anno: il costo della vita e i mutui mettono in ginocchio le famiglie. L'anno scorso veniva richiesto il lavoro straordinario e salti dei turni: quindi gli stipendi erano più alti
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TRENTO. Dal boom dell'anno scorso, con prezzi alle stelle e fatturati da record, alla crisi di quest'anno.
Per le cartiere si è passati dalle stelle alle stalle nel giro di un semestre ed ora, fatturati a parte, a fare i conti con la crisi sono i lavoratori. Che, specie nell'Alto Garda, sono tanti: circa 900 tra gli impianti delle Cartiere di Riva (500) e quelli di Fedrigoni (400 spartiti tra Arco e Varone).
Il mercato, ovviamente, ha dato lo scossone ma, al di là dei numeri e dei tentativi di galleggiamento dell'industria, il problema reale, concreto e pressante, riguarda i lavoratori.
Che, a fronte di una superproduzione nel 2022 (con permessi saltati e doppi turni che hanno ovviamente rimpinguato le buste paga), si trovano oggi a dover fare i conti con lo scoppio dell'inflazione e con i mutui raddoppiati. Ma nel loro portafoglio i soldi sono molti meno e la tenuta familiare è a rischio.
«Purtroppo la situazione non è bella. - conferma Lorenzo Pomini della Fistel Cisl - Perché il costo della vita sta mettendo molta gente in ginocchio. L'anno scorso veniva richiesto il lavoro straordinario e salti dei turni e quindi gli stipendi erano più alti. Quest'anno, invece, chi ha il mutuo vede la rata raddoppiata ma non ha i soldi in tasca di prima. Il vero problema è proprio la difficoltà dei lavoratori a reggere il costo della vita, iniziando dai mutui».«L'inflazione che aumenta, i prezzi degli alimenti sempre più su e i mutui da capogiro sono una mazzata per gli operai. - si associa Alan Tancredi della Uilcom Cisl - Per una famiglia, adesso, è davvero dura: tutto è più caro ma con meno lavoro e salari più leggeri».
Le cartiere trentine, tutte, a dire il vero hanno prodotto un notevole sforzo per evitare disagi ma il ricorso alla cassa integrazione è necessario. Per ora il lavoro si fermerà per una settimana a luglio e poi ad agosto, tra ferie e chiusura estiva, si cercherà di limitare il ricorso alla cassa. «Fino a luglio c'è difficoltà - continua Pomini - ed è confermata una settimana di cassa ma non riusciamo a capire come gira da agosto in poi visto che si risente della crisi della Germania. A far pensare ad una ripresa c'è il mercato che, però, penalizza altri lavoratori in altre parti del mondo. Ci sono stabilimenti all'estero che stanno chiudendo e perdono quote di mercato».
E qui, altra beffa del mondo economico, si passa al detto latino «mors tua vita mea». «Già, da noi grossi gruppi dovrebbero acquisire quei clienti lasciati senza fornitura e quindi ripartirà il lavoro. Che, però, hanno perso altri operai in giro per il mondo».
Tornando alla cassa, sia Pomini che Tancredi ricordano che «ad agosto ci saranno le fermate collettive per le ferie e non si sa se sarà confermata la Cig. Il periodo è magro e si spera in un colpo di coda nell'ultimo quadrimestre».