Turismo, in Alto Adige rinnovo contrattuale 3 volte superiore: si rischia l’esodo dei lavoratori trentini
Walter Largher della Uil del Trentino: “Le differenze salariali, superiori del 30% in provincia di Bolzano (dati Inps) rispetto a quella di Trento, andranno ad ampliarsi con il nuovo contratto appena sottoscritto e peggiorare la significativa carenza di personale qualificato in Trentino”
TRENTINO 30mila lavoratori del turismo con salari fermi da sei anni
TRENTO. In Alto Adige il rinnovo contrattuale del settore turistico è stato tre volte superiore a quello firmato a fine 2022 in Trentino. Lo sottolinea Walter Largher della Uil del Trentino, che mette così in evidenza come questa diversità di trattamento rischierà di rendere ancora meno attrattiva questo territorio rispetto al vicino Alto Adige.
«Le categorie sindacali del settore turistico - evidenzia infatti Largher - hanno recentemente annunciato con soddisfazione il rinnovo del contratto territoriale per i lavoratori del turismo in Alto Adige. Un contratto che porterà, a regime, un significativo aumento salariale di 150 euro mensili che vanno ad aggiungersi agli aumenti del contratto nazionale sottoscritto a luglio di ulteriori 200 euro al 4° livello per un totale di 350 euro mensili.
L'incremento territoriale, tre volte superiore rispetto a quello sottoscritto a dicembre 2022 in Trentino, è una risposta chiara e tempestiva alle richieste sindacali ma anche a quelle delle lavoratici e lavoratori del settore che richiedono retribuzioni in linea con le proprie professionalità e con la perdita del valore dovuto al tasso d'inflazione».
«Le imprese del turismo altoatesine - sostiene il sindacalista della Uil - sanno d'altra parte che nei prossimi anni i lavoratori nel turismo saranno sempre meno, sia per un problema demografico sia per la scarsa attrattività del settore, ed è fondamentale attrarli riconoscendo condizioni lavorative costantemente migliorative, introducendo un impegno concreto per un percorso di stabilizzazione su base annuale dei rapporti di lavoro attraverso la destagionalizzazione dell'offerta turistica. In linea con questo approccio contrattuale, nel 2021 è nato il primo fondo sanitario territoriale mySanitour+ a riconoscere importanti sussidi per spese sanitarie e specialistiche, un fondo a disposizione dei 42.000 lavoratori e lavoratrici del turismo altoatesino».
Secondo Largher stando così le cose «si rischia un vero e proprio esodo in favore delle imprese turistiche del vicino Alto Adige per la prossima stagione invernale. Le differenze salariali, superiori del 30% in Alto Adige (dati Inps) rispetto al Trentino, andranno ad ampliarsi con il nuovo contratto appena sottoscritto e peggiorare la significativa carenza di personale qualificato in Trentino».
Il sindacalista sollecita dunque una riapertura delle trattative: «Alla luce di questi dati, si rende necessario il rilancio della contrattazione territoriale e l'apertura immediata di un tavolo di monitoraggio che coinvolga le parti sociali e Agenzia del Lavoro del Trentino. Un tavolo di confronto che dovrà affrontare le sfide legate alla ricerca e alla fidelizzazione del personale per la prossima stagione invernale anche e soprattutto in vista delle olimpiadi del 2026. Un percorso - conclude - per arrivare in tempi brevi a far si che anche il Trentino possa offrire nel turismo contratti stabili, retribuzioni più alte, formazione continua di alto livello, un fondo sanitario ed un territorio accogliente dove tornare e crescere professionalmente, dove sostenere le imprese in regola con i contratti di lavoro nazionali e territoriali. Uno sforzo necessario per evitare l'esodo di personale che già vediamo in altri settori come l'artigianato».