Previsioni meteo che spaventano i turisti: commercianti furenti
L’abitudine sempre più diffusa di consultare le previsioni meteo può trasformarsi in un deterrente delle attività da svolgere nel tempo libero.
Leggendo bollettini che menzionano la spesso ovvia possibilità di qualche temporale estivo, molte persone si scoraggiano e magari rinunciano ai loro progetti di escursioni anche quando, in realtà, le giornate non sono poi male (vedi lo scorso week-end, per esempio).
Non è un caso, dunque, se ciclicamente scendono in campo organizzazioni di settore o addirittura sitituzioni per chiedere uno stop alle previsioni metereologiche improvvisate e imprecise che danneggiano fortemente il turismo. A giugno, fra l’altro, ci sono state 3 milioni di presenze in meno rispetto al 2015 e una perdita stimata in 400 milioni di euro.
L’ultima denuncia arriva dalla Fipe - Federazione italiana pubblici esercizi - nel far notare che c’è stato «ancora un week-end disastroso per il turismo e tutto per colpa di previsioni che annunciavano maltempo e che si sono rivelate assolutamente sbagliate; è tempo di dire basta ai professionisti improvvisati della metereologia e al circolo vizioso del sensazionalismo».
Osserva il vicepresidente vicario, Aldo Mario Cursano di Fipe: «Siamo consapevoli del fatto che la metereologia per sua stessa natura non è una scienza esatta, tuttavia, proprio per questo motivo, andrebbero evitati da parte degli operatori del settore allarmismi inutili che si rivelano dannosi per tutti, in primis per i cittadini che hanno rinunciato al mare, alla montagna e alla gita fuoriporta a causa di informazioni non corrette. Non bisogna, infatti, dimenticare che ormai la maggior parte della nostra clientela di riferimento organizza le proprie vacanze e week-end sulla base delle previsioni meteo, spesso consultando siti di informazione non adeguatamente qualificati, in mancanza di un servizio meteo nazionale di riferimento».
Da qui la doppia richiesta di Fipe: di istituire al più presto un servizio meteo nazionale in grado di coordinare tutte quelle strutture che in Italia si occupano di meteorologia operativa, come avviene in tutti gli Stati europei tranne Grecia e Italia e di creare un Albo nazionale dei meteorologi per evidenziare la serietà dei professionisti qualificati ed evitare la proliferazione di siti web di meteorologia improvvisata.