Caccia, riparte la stagione Lav: «Troppi incidenti»
Riapre oggi ufficialmente la stagione di caccia. E continua la protesta dalla Lav (Lega antivivisezione).
L’apertura della caccia - si legge in una nota - è «di facciata», considerate le «preaperture concesse in quasi tutte le Regioni. Riapre nonostante la devastazione causata da un’estate caratterizzata da siccità e incendi, che hanno distrutto gli habitat naturali degli animali, decimandoli tra le fiamme o per scarsità di acqua e cibo.
Riapre nonostante le Regioni e il Governo abbiano a disposizione gli strumenti normativi che consentirebbero di annullare o almeno rinviare l’apertura della stagione venatoria.
Non è stato sufficiente nemmeno il parere dell’Ispra, il massimo istituto nazionale per lo studio ambientale, né le numerose richieste inviate da Lav e altre associazioni di protezione ambientale: Regioni e Governo sono andati diritti per la loro strada, ignorando colpevolmente lo stato dell’ambiente, il mancato aggiornamento dei catasti delle aree percorse da incendi e la mancanza di risorse alimentari che ha fortemente compromesso, anche per i mesi a venire, la vita degli animali selvatici».
«I cacciatori italiani potranno uccidere fino a 500 mila animali ogni ora, 139 al secondo di ogni giornata venatoria, una vera e propria strage causata per puro divertimento» commenta Massimo Vitturi, responsabile LAV Area Animali Selvatici.
Viene ricordato la recente morte del cacciatore trentino Michele Penasa, scambiato per un cervo da un collega: «Il 10 settembre, infatti, durante una battuta di caccia al cervo, in provincia di Trento, un cacciatore è stato ucciso dal suo compagno di battuta: ha sparato in condizioni che, secondo prudenza, avrebbero consigliato di rinfoderare i fucili e tornarsene a casa, intorno alle 20, quindi al buio, in una zona interessata da pioggia e nebbia».
«Le vittime “umane” sono un “effetto collaterale” della pratica venatoria. I cittadini, infatti, sono esposti all’invasività dei cacciatori che, non contenti di poter violare impunemente le proprietà private altrui, si spingono fino a minacciare con le loro armi chi difende con le parole la tranquillità della propria casa e delle proprie occupazioni».
«La caccia è un vero e proprio abominio e per questo non può essere regolamentata, ma solo abolita, in linea con il pensiero della stragrande maggioranza dei cittadini italiani, da sempre preoccupata per il destino degli animali selvatici e per questo fortemente contraria alla pratica venatoria».
Per questo il 21 e 22 ottobre prossimi la Lav sarà in piazza con più di cento tavoli per raccogliere firme a sostegno della proposta di legge per l’abolizione della caccia e la tutela effettiva degli animali selvatici che sarà sottoposta al prossimo Parlamento.