Il report Ispra sul consumo del suolo Il Trentino perde 40 ettari, Bolzano 203
Nel 2017, in Trentino, la superficie naturale si è assottigliata di altri 40 ettari. Un incremento del suolo occupato pari allo 0,13% (la media nazionale è di +0,23%). Allo stato attuale, fotografa il nuovo Rapporto sul Consumo di Suolo 2018 in Italia realizzato dall’Ispra e dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, nel territorio provinciale alla fine dello scorso anno risultano complessivamente impermeabilizzati 302 chilometri quadrati di suolo, che in termini percentuali rappresentano il 4,87% dell’intera superficie (questo resta comunque uno dei dati più bassi d’Italia, dove la media è del 7,65%, e ci sono punte del 12,99%, in Lombardia).
Dati, legittimati anche alla conformazione orografica del nostro territorio, di gran lunga inferiori al resto del Paese: in tutta Italia complessivamente nel 2017 «le nuove coperture artificiali hanno riguardato altri 5200 ettari di territorio, ovvero, in media, circa 15 ettari al giorno». In altre parole, costruiamo ogni due ore un’intera piazza Navona.
Ma i dati trentini sono di gran lunga inferiori anche a quelli dei cugini di Bolzano che lo scorso anno hanno registrato la perdita di 203 ettari di superficie naturale (+0,65%). Il record è di Verona (+0,71%), che sfiora i 300 ettari di nuovo suolo artificiale, seguita da Vicenza, Venezia, Treviso e Bolzano appunto (poco sopra i 200 ettari in più). La ripresa del consumo di suolo nel Nord-Est può essere messa in relazione con la ripresa economica che si avverte in queste aree, dove l’uscita dalla crisi sembra essere accompagnata dal cemento.
Nella nostra provincia, in ogni caso, l’impatto è minimo anche grazie alla legge provinciale 15/2015 che favorisce la realizzazione di uno sviluppo sostenibile del territorio attraverso la limitazione del consumo di suolo e l’incentivazione delle tecniche di riqualificazione.
Analizzando i dati trentini, i Comuni che nell’ultimo anno hanno consumato più suolo sono stati quelli di Calliano, in Vallagarina, con un aumento del 4,4% (pari a tre ettari), di Cis, in Val di Non, con un + 3,8% e di Sover, in Val di Cembra, con due nuovi ettari di territorio occupato (+2,9%). In termini assoluti, i Comuni trentini in cui si è costruito di più rispetto alla propria superficie territoriale sono Lavis (29,9% di suolo occupato), Albiano (20,5%) e San Michele all’Adige (19,7%). Se guardiamo, invece, il consumo di suolo pro capite troviamo al primo posto Vignola-Falesina (3.896), Palù del Fersina (2.710) e Cinte Tesino (2.567), di fronte a una media provinciale pari a 561 metri quadrati pro capite. In provincia di Bolzano, nel 2017, si è registrato un consumo di suolo tre volte superiore alla media italiana e cinque volte superiore a quella trentina. Un aumento dovuto in parte ai collegamenti infrastrutturali, tra cui i 7 ettari occupati dal cantiere della galleria di base del Brennero.