Pandemia, in Europa dimezzati i livelli di biossido azoto
Nell'anno della pandemia la concentrazione di inquinanti come il biossido di azoto sui cieli d'Europa è diminuita, fino quasi a dimezzarsi rispetto al 2019 nei mesi del lockdown, soprattutto su Spagna, Francia e Italia.
Nei mesi estivi di luglio e agosto, invece, i livelli si sono un po' alzati, anche se mantenendosi più bassi del 10%-20% rispetto allo stesso periodo del 2019. Sulla Pianura padana, ad esempio, si va dal -36% di marzo e aprile al -8% di luglio e agosto.
Lo indica il monitoraggio compiuto su cinque città europee, Madrid, Milano, Parigi, Budapest e Berlino, grazie ai dati raccolti dal satellite sentinella della Terra, Sentinel-5P, del programma europeo Copernicus di Commissione Europea e Agenzia Spaziale Europea (Esa), e dalle centraline terrestri. I dati sono stati analizzati dai ricercatori degli istituti meteorologici reali di Olanda e Belgio, il Royal Netherlands Meteorological Institute (Knmi) e il Royal Belgian Institute for Space Aeronomy (Bira-Iasb).
I livelli più bassi di biossido di azoto (NO2), che può causare nell'uomo problemi respiratori, sono dovuti alla riduzione di traffico e attività industriali, spiegano gli esperti. Per Bas Mijling, del Knmi, l'impatto della quarantena sui livelli di biossido di azoto "è stato più marcato nel Sud dell'Europa, dove la riduzione nei mesi di marzo e aprile è stata del 40-50%. Una ricerca più ampia e approfondita, e su un periodo di tempo più lungo - conclude - è attualmente in corso per misurare l'impatto complessivo delle misure di lockdown sulla qualità dell'aria e sul clima".