Le nuove regole per il lavoro dei medici trentini Scontro nell'Ordine sulla linea della Provincia
Si è consumata una frattura all'interno dell'Ordine dei medici, a poche settimane dallo sciopero generale nazionale della categoria (il 16 dicembre nell'ambito pubblico).
Si è consumata una frattura all'interno dell'Ordine dei medici, a poche settimane dallo sciopero generale nazionale della categoria (il 16 dicembre nell'ambito pubblico). Da una parte il presidente Marco Ioppi e molti dei consiglieri. Dall'altra Nicola Paoli, vicepresidente dell'Ordine, nonché segretario generale Cisl medici del Trentino, e i professionisti da lui rappresentati.
Dopo la presa di posizione del presidente Marco Ioppi contro l'Azienda sanitaria e l'immobilismo sulla nuova normativa che scatterà il 25 novembre in tema di riposo del personale medico e infermieristo, ieri Paoli ha replicato dissociandosi dalle parole del «suo» presidente.
«Il sottoscritto vicepresidente dell'Ordine di Trento si dissocia completamente dalle dichiarazioni pubblicate dal presidente dottor Ioppi, perché non sono state concordate in Consiglio ordinistico e rimangono quindi "personali" e non rappresentative dei tremila medici trentini», ha scritto in modo lapidario senza lasciare spazio a interpretazioni.
«In risposta alle sue dichiarazioni sottolineiamo che non serve accusare, per la prima volta a distanza di dodici anni, Provincia e Apss (dopo aver, tra l'altro incensato Flor per la sua riconferma) perché la situazione, nelle attuali condizioni, si aggraverà ulteriormente, vista la carenza di organico che abbiamo e che sarà accentuata a fine anno con la messa in pensione di molti primari di struttura. Come sindacato ci domandiamo dove era Ioppi quando i pazienti venivano operati al mattino da un dirigente medico che magari non aveva riposato la notte. Dove era non più tardi di 12 anni fa quando la direttiva europea 2003/88/CE decise queste regole con lui vicepresidente dell'Ordine al pari mio oggi?».
Parole durissime di un vicepresidente che sembra poco in linea con il suo presidente, ma piuttosto intenzionato a fare la guerra.
«Non sa - prosegue la lettera - che tutti i sindacati nazionali della dirigenza medica hanno vietato, inviando formale diffida anche alla Provincia Autonoma di Trento e all'Apss, l'emanazione di regolamenti difformi alle direttive europee ricordando che non possono intervenire, a tal fine, nemmeno le contrattazioni sindacali in Apran ed in Azienda? Di cosa si sta parlando, allora, in Apss, riguardo alle Unità operative multizonali dove si è chiesto ai sindacati di superare l'istituzione della mobilità volontaria con l'obbligatorietà senza compenso dei dirigenti solo per non far pagare ai primari le penali che fioccheranno se non si adeguereranno alle direttive comunitarie?».
Secondo Paoli ci sarebbe una soluzione a tutto questo: lo sblocco del turn-over da parte della Provincia. «Non tanto con l'accordo siglato tra presidente dell'Ordine Ioppi, Apss (Flor) e Provincia (Zeni) che, confondendo i piani di formazione con quelli del lavoro, spinge i giovani medici volontari e gli specializzandi o i senza lavoro o addirittura pensionati a poter essere chiamati a lavorare nelle strutture ospedaliere provinciali. A lavorare ben al di là degli orari di lavoro, per risolvere gli attuali problemi organici ed economici, a zero euro oppure con borse di 200 euro mensili». Dure accuse, dunque, nei confronti di Ioppi e segno di un evidente malumore del vicepresidente.
Una figura forte, quella di Paoli, sopravvissuta anche al «naufragio» di molti componenti di una prima lista che si era fatta avanti in vista delle elezioni di dicembre 2014 dell'Ordine dei medici quando si era inizialmente esposto il primario di medicina legale Cembrani.
Quando quest'ultimo aveva fatto un passo indietro, a guidare ciò che era rimasto della lista si era proposto Ioppi. Tra i «superstiti» del terremoto c'era appunto Nicola Paoli, poi eletto vicepresidente.
A distanza di dieci mesi dall'elezione questa è la prima forte spaccatura, anche se in altre occasioni le discussioni sulle scelte non sono mancate. Fino ad ora, però, tutto era rimasto interno all'Ordine con scambi di opinioni esplicitate attraverso mail, telefonate o chiacchierate più o meno cordiali. Ora il bubbone sembra essere esploso.