Paoli (Cisl) «Per i medici Criteri di assunzione assurdi»
«L'anomalia di questi concorsi per dirigente medico è che si stabilisce che si faranno le assunzioni per pediatri o neonatologi, ginecologi e anestesisti solo se sarà soddisfatto tutto il contingente necessario per ciascun profilo professionale nel punto nascita per cui si fa il concorso.
Quindi anche se ci fossero sufficienti anestesisti, ma mancassero i pediatri o i ginecologi l'Azienda non procederebbe alle assunzioni dei medici disponibili. E questo non sta né in cielo né in terra». Nicola Paoli, vicepresidente dell'Ordine dei medici trentini e rappresentante sindacale dei medici di base Cisl, è sconcertato dal contenuto dei bandi di concorso pubblicati da lunedì scorso sul sito dell'Azienda sanitaria.
Si tratta di quattro bandi ad hoc per la ricerca di medici pediatri o neonatologi, ginecologi e anestesisti da assegnare rispettivamente al punto nascita di Cles, Tione, Arco e Cavalese per consentirne la sopravvivenza. L'Azienda sanitaria ha deciso di bandire quattro concorsi distinti per i quali le procedure proseguiranno solo se entro il 30 dicembre si presenterà, per ciascun ospedale, un numero minimo di candidati corrispondente all'intero fabbisogno previsto in quel punto nascita.
Questo modo di procedere è una novità. E considerata la nota penuria di medici, soprattutto pediatri e anestesisti, disposti a venire a lavorare in Trentino e men che meno in un punto nascita di un ospedale periferico su cui pesa l'alea della chiusura tra pochi mesi, se non arriverà in primavera la deroga del ministero, non si capisce se l'Azienda abbia deciso di fare quattro concorsi invece di uno unico per arrivare subito all'evidenza che mancano i medici necessari e dunque il punto nascita periferico non può essere garantito.
Paoli osserva: «È facoltà dell'Azienda scegliere questa modalità, ma è chiaro che questo scoraggia la partecipazione al concorso perché chi vince sa che la sua possibilità di essere assunto è vincolata alla selezione di altri specialisti. Diventa difficile se non impossibile. E poi non si capisce se gli stessi medici possono partecipare a più di uno di questi concorsi e in questo caso come verrebbero scelti. Alla fine prenderanno liberi professionisti pagati 18 euro l'ora, come accade in Lombardia, e addio qualità».
Anche Gianna Colle (Cgil Sanità) è perplessa: «Se questi sono i criteri, con bandi dove neppure si dice quante sono le assunzioni da fare, si capisce perché la Provincia non ha ancora spiegato dove va a prendere i 9 milioni per le assunzioni. Probabilmente pensano che alla fine non sarà neppure necessario trovare questi soldi perché non troveranno i professionisti da assumere».
«Noi - continua Colle - proprio per questo abbiamo chiesto con insistenza un incontro con il direttore dell'Azienda per discutere degli organici, che non sono solo quelli dei medici, perché ricordiamo che mancano anche infermieri, le ostetriche, i tecnici e altri professionisti».
Anche Colle si chiede infine se gli stessi medici potranno partecipare ai quattro concorsi oppure no.