Il prete della Terra dei fuochi «Patto scellerato con la politica»
Un libro corale per raccontare le piccole grandi storie della «Terra dei fuochi». Don Maurizio Patriciello, il parroco di Caivano da anni in prima linea per combattere il disastro ambientale che ha colpito la sua terra provocando molti morti, ha raccolto, insieme ad una decina di mamme di tante piccole vittime, le storie di questa terra.
«Quelle mamme - dice don Maurizio nella presentazione del libro “Madre Terra Fratello Fuoco” (Edizioni San Paolo) - hanno saputo cambiare la loro sofferenza in amore».
Salvatore, Enrico e Riccardino sono alcuni dei piccoli che sono stati colpiti dalle malattie provocate dall’inquinamento del luogo e che vengono ricordati con tenerezza nelle parole delle loro mamme. Una denuncia fatta di tanti volti e scene di vita quotidiana, dove gli ospedali hanno preso troppo presto il posto dei banchi di scuola o del parco giochi.
E allora don Patriciello condanna quanto sta accadendo senza usare giri di parole: «La Campania, negli ultimi trent’anni, è diventata - si legge nel libro che porta la sua firma - lo sversatoio illecito di milioni di tonnellate di rifiuti industriali altamente tossici e nocivi per la salute, provenienti in gran parte dal Nord e dal Centro Italia e anche dall’estero.
Tutto ciò è stato possibile - spiega il prete - grazie ad un patto scellerato sottoscritto tra la camorra, faccendieri smaliziati, industriali disonesti e politici collusi o quantomeno ignavi che, per amore di un facile guadagno o di un consenso elettorale, non si sono fatti scrupolo di avvelenare la bella, unica e fertilissima Campania felix».
All’inizio una battaglia quasi da «don Chisciotte» ma poi via via il supporto della gente, la solidarietà di qualche istituzione, fino alle parole di Papa Francesco, di appoggio incondizionato alle battaglie per il diritto alla salute.
«Piangemmo dalla gioia», confida don Patriciello riferendosi al messaggio di Bergoglio del 14 maggio 2014 e poi anche all’Enciclica «Laudato sì».
«Questo non è un libro come gli altri - commenta nella prefazione Giuseppe Fiorello, l’attore che ha impersonato in tv il giornalista Roberto Mancini, autore delle prime denunce - questo non è un romanzo, questo non è un oggetto di pagine di carta» ma «un documento di carne e sangue» per ricordare a tutti «il sacrificio di chi avrebbe dovuto avere il diritto di vivere la vita in totale libertà e gioia: i bambini».