Burro al posto dell'olio di palma e i prezzi schizzano: +7,7%
Il burro è sempre più costoso perchè super richiesto dall’industria in sostituzione dell’olio di palma, mentre i prezzi dell’olio di oliva sono in picchiata. Lo rileva l’indice dei prezzi all’ingrosso Unioncamere e Bmti, Borsa merci telematica italiana sui listini delle Camere di Commercio di aprile. Il calo dell’olio di oliva è stato del 3,5% rispetto a marzo, facendo salire il ribasso rispetto allo scorso anno del 27%; per il burro, invece, i listini sono schizzati in un solo mese del 7,7%.
Per quanto riguarda i listini di aprile degli altri comparti, per le carni di agnello e coniglio, dopo il picco di Pasqua, sono scesi rispetto a marzo rispettivamente del 5,8% e del 7%, mantenendosi comunque positivi su base annua, con +9,7% e +2,7%.
Calano anche i prezzi all’ingrosso delle carni suine (-2,3%), i cui valori sono tornati più bassi rispetto allo scorso anno (-9,6%). I minori consumi sono stati poi alla base del calo dei prezzi delle uova (-4,8%), mantenendosi comunque più alti rispetto allo scorso anno (+21,8%). Aumento su base annua anche per le carni di pollo (+13,1%).
Nel comparto lattiero caseario, dopo sei mesi consecutivi di ribassi, segnala l’indice, si è registrata una lieve ripresa per i formaggi a lunga stagionatura (+0,4%), ma il confronto con lo scorso anno rimane negativo (-3,5%), sebbene in attenuazione rispetto al -6,2% di marzo. Prezzi che si confermano più bassi rispetto a dodici mesi fa anche per il latte spot (-10,4%), nonostante la ripresa di aprile (+3,7%). Recuperano, infine, i prezzi per riso e cereali (+5,7%), anche se rimane negativa la variazione su base annua passata da -13,2% a -5,4%.