Hofstätter a Roma: «Ecco i nostri grandi vini»
«Per tutelare e valorizzare i Cru altoatesini cerchiamo di portare avanti, a livello politico, la zonazione. Se tutto va bene entro febbraio manderemo a Roma la proposta di disciplinare di questi nettari che stanno stupendo gli enoappassionati per longevità. E i consumatori dimostrano di aver cambiato mentalità: ora aspettano la piena maturazione anche per i vini bianchi». Lo ha detto, in un incontro stampa a Roma, il produttore Martin Foradori Hofstätter nel ricordare che nonostante l’Alto Adige esprima solo l’1% della produzione enoica italiana «andare nel dettaglio vigna per vigna può mettere in luce le tipicità di un territorio che ha molte variabili in termini di esposizione, altitudine, terrazzamenti e metodo di allevamento con la pergola che sta scomparendo.
Le 77 microzone viticole - a giudizio del viticoltore di Tramin-Termeno - sono un patrimonio inimitabile, con una vocazione che non ha termini di paragone. La zonazione ci costringerà a giocare a carte scoperte, ma da vignaiolo purosangue mi piace accettare cosa ci dà madre natura, annata per annata».
In termini economici, mentre il comparto vitivinicolo made in Italy guarda prevalentemente all’export per mettersi a riparo dai rischi del momento economico «io sono fiero - ha detto il produttore altoatesino - che Hofstätter venda l’80% della produzione nel mercato italiano».
Molti i progetti di sviluppo anche per il Maso Michei acquisito da un anno in Trentino, laddove i vigneti, ha segnalato, costano due terzi in meno rispetto all’Alto Adige. Sul fronte degustazioni, secondo Foradori «è cambiato lo stile del Gewürztraminer: negli anni ‘50 era invendibile, poi grazie ai turisti che lo bevevano nelle vacanze montane divenne di gran moda ma spesso era un bere grasso. Oggi si trova sempre più eleganza. E in particolare nelle ultime tre annate c’è più acidità. Da qui la maggiore eleganza».