Medici all’attacco: “Ne mancano 550 e abbiamo gli stipendi che i colleghi di altre regioni prendevano 5 anni fa”
Lo scrivono in una nota Cimo e Fesmed, che rappresentano la dirigenza medica veterinaria e sanitaria in Trentino: “L'incremento di 48 specialisti (passati, secondo l'Istat, da 1256 a 1304), va a mantenere un rapporto costante, non incrementale, nella nostra provincia dove il rapporto di medici (specialisti e di medicina generale) per 10.000 abitanti risulta pari a 0,2, a fronte di una media nazionale dello 0,9.
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TRENTO. "A livello nazionale dovrebbe essere prevista a breve la firma del rinnovo 2019-2021 che porterà da subito i colleghi delle altre regioni ad avere un incremento stipendiale pari al 3,78%, oltre a circa 7.000 euro di arretrati dei 5 anni di vacanza contrattuale, ma soprattutto a godere di alcune novità normative che, se attuate correttamente, potrebbero migliorare le condizioni di lavoro. Dal giorno successivo a quello della firma del contratto nazionale, quindi, i dirigenti medici e sanitari del Trentino ripiomberanno nella condizione di medici e sanitari di serie B rispetto al resto d'Italia, con buona pace dei discorsi profusi sulla attrattività del nostro territorio". Lo scrivono in una nota Cimo e Fesmed, che rappresentano la dirigenza medica veterinaria e sanitaria in Trentino.
"Un ulteriore schiaffo morale alla dirigenza medica, veterinaria e sanitaria della provincia di Trento è arrivato pochi giorni fa con l'annuncio del finanziamento dei rinnovi contrattuali 2022-2024 del comparto del pubblico, sanità compresa, ma non per la dirigenza medica, veterinaria e sanitaria della provincia di Trento, ferma ad un contratto ormai scaduto nel 2019. La vicenda è nota ed è stata a tratti ripresa dai quotidiani locali nell'ultimo anno. Medici, veterinari e dirigenti sanitari della provincia di Trento hanno ottenuto, solo dopo una serie di manifestazioni di protesta portate avanti in tutti gli ospedali della provincia, l'adeguamento di alcune voci economiche e normative al contratto nazionale solo per il triennio 2016-2018. Questo significa che gli stipendi della dirigenza sanitaria trentina sono pari a quelli che i colleghi delle altre regioni percepivano 5 anni fa", si legge ancora nella nota.
“Dall'anno 2017 al 2021 la crescita del numero di medici in Trentino non si è verificata, come invece è stato nelle altre regioni italiane e persino nella vicina Provincia autonoma di Bolzano. L'incremento di 48 specialisti (passati, secondo l'Istat, da 1256 a 1304), va a mantenere un rapporto costante, non incrementale, nella nostra Provincia dove il rapporto di medici (specialisti e di medicina generale) per 10.000 abitanti risulta pari a 0,2, a fronte di una media nazionale dello 0,9. Il dato che più sorprende è la differenza fra il Trentino e l'Emilia-Romagna: in Trentino abbiamo 30 medici per 10.000 abitanti, mentre in Emilia-Romagna il rapporto sale a 40 medici per 10.000 abitanti. Facendo le dovute proporzioni, in Trentino mancherebbero pertanto 550 medici”.
“Continuare a giustificare numeri così deludenti non fa altro che accrescere lo stato di frustrazione dei professionisti che già ora, superata ampiamente la soglia critica, sono portati a scegliere altre strade che permettano loro di lavorare in condizioni di maggiore serenità. Ci auguriamo che la finanziaria in discussione in questi giorni preveda un finanziamento del contratto della Dirigenza medica, veterinaria e sanitaria che possa portare, al momento della disdetta della contrattazione provinciale vigente e risalente ormai al 2006, a recuperare una differenza di trattamento rispetto ai colleghi delle altre regioni italiane che, a brevissimo, potrebbe diventare macroscopica e non più giustificabile", si legge ancora nella nota.