Morte improvvisa del lattante, il centro di riferimento è il Santa Chiara. Tutto quello che c’è da sapere
Conosciuta anche come morte in culla, consiste nel decesso improvviso di un bambino di età compresa tra un mese e un anno. La definizione SIDS, che non corrisponde a una precisa patologia, si applica quando si escludono tutte le altre cause note per spiegare il decesso del neonato, da malformazioni a eventi dolosi
TRENTO. È l’Unità operativa di anatomia patologica dell’Ospedale Santa Chiara, il Centro di riferimento della provincia di Trento per il riscontro diagnostico sulle vittime della sindrome della morte improvvisa del lattante e di morte inaspettata del feto. Lo ha stabilito oggi, 29 aprile, la Giunta provinciale, su indicazione dell'assessore alla salute e politiche sociali, che ha individuato nel Centro i requisiti professionali, ambientali/strutturali e organizzativi previsti dal Ministero della Salute.
La sindrome della morte improvvisa del lattante, o sudden infant death syndrome (SIDS), conosciuta anche come morte in culla, consiste nel decesso improvviso di un bambino di età compresa tra un mese e un anno. La definizione SIDS, che non corrisponde a una precisa patologia, si applica quando si escludono tutte le altre cause note per spiegare il decesso del neonato, da malformazioni a eventi dolosi.
Sono stati tuttavia individuati dei comportamenti e dei fattori di rischio che possono incidere significativamente sulla probabilità che si verifichi una morte improvvisa. Le azioni in grado di ridurre sensibilmente l’incidenza della SIDS, sono reperibili sul portale istituzionale del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità e sono divulgate dall’Azienda provinciale per i servizi sanitari nell’ambito del percorso nascita, dei corsi di accompagnamento alla genitorialità, nonché nella lettera di dimissione che viene consegnata alle madri dopo la nascita.
A livello nazionale, al fine di migliorare la conoscenza di queste forme di morte improvvisa e prevenirne l’insorgenza è stata adottata la legge 31/2006, la quale prevede che i lattanti entro un anno di vita e i feti dopo la venticinquesima settimana di gestazione, deceduti senza causa apparente siano sottoposti a riscontro diagnostico da effettuarsi nei centri autorizzati. La disciplina prevede che le Regioni e le Provincie autonome provvedono ad individuare, sul loro territorio, le strutture che svolgono la funzione di centri di riferimento per il riscontro diagnostico dei lattanti e dei feti deceduti senza causa apparente.
Nel marzo del 2012, l'esecutivo provinciale aveva individuato come riferimento il Centro di ricerca “Lino Rossi” dell'Università degli Studi di Milano, poiché era stato valutato che non vi erano centri scientifici in Trentino dotati dei requisiti previsti per legge. Successivamente era stato approvato lo schema di convenzione con l’Azienda socio-sanitaria territoriale Santi Paolo e Carlo di Milano, con l’obiettivo di portare l’Apss ad una progressiva autonomia dei professionisti coinvolti in tale diagnosi. Con la deliberazione odierna si è individuato appunto nell'U.O. di anatomia patologica del Santa Chiara il Centro di riferimento provinciale, poiché in possesso dei requisiti previsti dal Ministero della Salute.