La sentenza del tribunale è arrivata alle 12.50 di ieri: il Trento Calcio 1921 S.r.l. è ufficialmente fallito. Per la terza volta nel breve spazio di vent'anni di storia pallonara. Una storia amara, costellata da una lunga serie di stagioni difficili e tormentate, da illusori colpi d'ala e repentine cadute (nella foto una protesta dei tifosi del 2003).
 

L'attuale proprietà mantovana, rappresentata di fatto dai fratelli Claudio e Gianni Dondi, avrà adesso una settimana di tempo per presentare i bilanci della società in tribunale, poi toccherà al curatore fallimentare valutare quale sia il reale patrimonio del Club in attesa dell'udienza con i creditori, fissata per il prossimo 13 novembre. Nel frattempo la palla passerà al sindaco al quale spetta il compito più delicato, stabilire, nel caso esistano più cordate interessate a rilevare la denominazione del Trento, quale sia la più rappresentativa per la città. Da questa scelta dipenderà anche l'assegnazione del titolo sportivo, che diventerà proprietà della Figc provinciale. Nessuna asta ma un'assegnazione decisa dalla Federazione che terrà in ogni caso conto anche dell'aspetto economico perché la nuova società dovrà farsi carico anche di tutte le vecchie pendenze. Tornerà ancora a volare l'aquila gialloblù? Un progetto serio di rinascita c'è, ma non è l'unico. «Io e mio fratello saremmo disposti a rimetterci in gioco - fa sapere senza alcun pudore Claudio Dondi -– ma sappiamo bene che sarà difficile per l'ostilità dell'ambiente». Come dargli torto, adesso non resta che attendere. E sperare.

La storia di un lungo declino

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