Zambanini, lo chef dà lezioni alle star
A dire «chef» ci si immagina subito la toque bianca, le pentole formato extra large, mestoli e coltelli, magari un bel viso tondo da chi oltre a cucinare assaggia qualche volta di troppo le prelibatezze che cucina. E invece ad incontrare uno chef moderno di persona si scopre che gli attrezzi del mestiere sono ben diversi dall'immaginario comune. Non per tutti, certo, ma l'elite del settore, come Michele Zambanini , chef magro come uno stecco originario di Stenico, annovera fra i suoi strumenti di lavoro principali un microfono
A dire «chef» ci si immagina subito la toque bianca, le pentole formato extra large, mestoli e coltelli, magari un bel viso tondo da chi oltre a cucinare assaggia qualche volta di troppo le prelibatezze che cucina.
E invece ad incontrare uno chef moderno di persona si scopre che gli attrezzi del mestiere sono ben diversi dall'immaginario comune. Non per tutti, certo, ma l'elite del settore, come Michele Zambanini , chef magro come uno stecco originario di Stenico, annovera fra i suoi strumenti di lavoro principali un microfono.
Gli serve per ordinare le comande e gestire la brigata di quaranta cuochi impegnati a dare vita alle prelibatezze di Villa d'Este, esclusivo hotel di Cernobbio, sulle sponde del lago di Como, meta di celebrities e teste coronate.
Il trentanovenne Zambanini ne è dal gennaio 2012 executive chef dopo aver raccolto l'eredità di un altro chef trentino, il re del risotto Luciano Parolari , uno degli artefici del successo della storica residenza-hotel. Una storia, quella di Zambanini, di impegno e determinazione, come spesso succede nelle carriere di successo: la passione per la cucina nata fra le mura domestiche e perfezionata in giro per il mondo fino all'approdo sotto le ali di Parolari e a Villa d'Este, che spesso e volentieri lo invia nel mondo a tenere corsi e lezioni come ambasciatore della tradizione culinaria italiana; l'ambizione di rimanere nel solco della cucina classica del Bel Paese, nella quale l'hotel di Cernobbio è un punto di riferimento mondiale, e ricavarne piatti unici e raffinati.
Oggi Michele Zambanini sfoggia più raramente la toque dello chef, sta tra i fornelli meno che in passato - fatta eccezione per la sua bambina alla quale una pasta al pomodoro non la nega mai - chiamato invece a ricercare l'abbinamento innovativo, l'idea brillante per le nuove creazioni culinarie della rinomata cucina comasca. Sprona e coordina la selezionatissima brigata di cuochi al suo servizio perchè «sbagliare a questi livelli non è concesso spiega la pressione è molto elevata, per me e per i miei cuochi, ogni più piccolo dettaglio deve essere al top. Così è importante la conoscenza degli ingredienti e delle tecniche culinarie tanto quanto quella di gestione della brigata».
Un po' chef e un po' psicologo, certamente un leader, Zambanini gestisce la sua squadra di cuochi, dà lezioni di cucina a rockstar, sceicchi, attori e politici celebrità delle quali preferisce non fare i nomi, rispettando la proverbiale riservatezza per la quale è nota Villa d'Este e si diverte a scolpire grandi statue di ghiaccio per i buffet delle occasioni speciali, cioè quasi tutte quelle nella residenza barocca sul lago di Como.