«Ho vinto 3 milioni, ma resto qui col mio gatto»
La fortuna non solo l'ha baciato, ma gli ha pure dato un abbraccio grande così. È lui, Gabriele Fratton, il vincitore della cifra che fa girare la testa solo ad immaginarla: tre milioni di euro. O giù di lì: «Duemilioni, novecentotrentasettemila, duecentosessantacinque euro, per la precisione. Perché un centinaio di mila euro sono già andati in tasse», scandisce bene le cifre il signor Gabriele, un po' burbero ma fa solo finta, piuttosto infastidito da tanto clamore
La fortuna non solo l'ha baciato, ma gli ha pure dato un abbraccio grande così. È lui, Gabriele Fratton, il vincitore della cifra che fa girare la testa solo ad immaginarla: tre milioni di euro.
O giù di lì: «Duemilioni, novecentotrentasettemila, duecentosessantacinque euro, per la precisione. Perché un centinaio di mila euro sono già andati in tasse», scandisce bene le cifre il signor Gabriele, un po' burbero ma fa solo finta, piuttosto infastidito da tanto clamore.
Non lo hanno lasciato dormire la notte scorsa, ha dovuto riparare altrove: «Tutti mi cercano, telecamere e giornalisti. Non ho mica rubato!». Diciamo beata semplicità, portata sul cappellino messo sulle ventitré, il giaccone aperto come la parlata dialettale che non cede mai e sul pacchetto di sigarette rosse che tiene stretto tra le mani.
Cos'ha provato quando ha saputo di avere tra le mani i biglietti vincenti?
«Ero davanti alla televisione, domenica sera. Guardo il primo numero: l'8. Devo averlo», brontola tra sé e sé strabuzzando gli occhi: «Il 38, anche quélo g'ho' da averlo. 42: g'ho' anca quélo. Ma siccome i biglietti sono due ho controllato di non avere un numero da una parte e uno dall'altra. Ho preso l'altra schedina su cui c'era solo la mia data di nascita. Va bene. Mi sono avvicinato alla televisione per vedere se era vero. C'era anche il mio gatto sul divano. Mi sono girato verso di lui e gli ho detto: prepara la valigia che ndemo».
Poi aggiunge: «Cinquantamila euro o dodici milioni, per me sarebbe stato lo stesso».
Ha pensato alla benefcenza?
«Si, ho la mia Madonnina in un capitello a cento metri da casa: "Quant'a te, che sei sempre lì ferma", le dicevo quando passavo davanti andando a lavorare ogni mattina. Ho preso una schedina del Superenalotto la settimana scorsa: 100 euro. "Grazie", le ho detto. Ho fatto altre due vincite e l'ho ringraziata ancora. Poi mi sono permesso di dirle: "Alza un po' la cifra se puoi". La domenica (il giorno della vincita, ndr) sono andato dalla statuina e ho promesso di farle un capitello grande così». La beneficenza, quella verso i bisognosi, non la farà casa per casa, specifica Fratton: «Almeno centomila euro, dovrò darli a più di una associazione».
Non ha paura, adesso che ha tutti questi soldi?
«Di cosa? Che mi sequestrino il gatto?», sbotta stupito.
E dei «nuovi amici», quelli interessati?
«Basta dire di no. Poi, chi vuole che venga a chiedermi di prestargli centomila euro? Io non lo farei mai. Ma siamo matti o cosa?».
Sostiene che nella sua vita non è cambiato nulla. Per ora, aggiungiamo noi. Ma almeno un viaggetto? «E il gatto? Il mio Ciccio non è mai uscito dalla porta di casa, lui si trova bene solo qui. È un bel problema. Ma poi ho pensato di risolverlo così: coi i soldi posso comprarmi una casa, in questa via e in questo paese naturalmente. Dove sto ora, la tengo in affitto e vado a trovarlo tre volte al giorno». Poi d'un tratto la conversazione esilarante lascia il posto all'amarezza, quando chiediamo al signor Fratton se abbia figli: «Ne avevo uno, che non vedo dal 1995».
La sua fortuna oltre alle vincite?
«Aver trovato lavoro a 45 anni alla Finstral, quando avevo perso tutto». Possiamo fare una foto insieme? La prendiamo sottobraccio, chissà che porti fortuna pure a noi.