Centro di Trento, aprile di rinascita: “sbocciano” i nuovi locali. Ecco cosa cambierà
Massimiliano Paccassoni e Monia Mercatali lasciano Ponte Alto per una “vetrina” di fronte al Buonconsiglio. Al posto dell’ex Stube del Gufo un locale con narghilè. La famiglia Ravanelli aprirà un terzo locale negli spazi che furono della Posada e di Oblò
FOTO Piazza Mostra riqualificata
INCHIESTA I negozi in Trentino vivono un’agonia senza fine: persi 636 esercizi
TRENTO. C'è fermento, nel panorama dei locali pubblici trentini. Nelle prossime settimane l'offerta del centro storico si arricchirà di nuove proposte, alcune delle quali frutto della voglia di crescere di realtà già attive nel settore. Insomma, volendo la si può vedere come una speranza, anche in tempi non certo luminosi per quel che riguarda l'economia, sia dei singoli risparmiatori e delle famiglie che delle imprese.
Uno dei nuovi arrivi è legato a un'altra novità per il centro storico: la riqualificazione di piazza Mostra. Dopo Pasqua al posto della storica officina di Centrogomma, a ridosso di palazzo Trautmannsdorf aprirà «Le scuderie del Castello», un'enoteca con degustazioni che rappresenta la nuova scommessa di Massimiliano Paccassoni e della moglie Monia Mercatali. Dopo le più che positive esperienze a Stella di Man e a Ponte Alto con «Cacio e Pepe», la coppia ha deciso di scendere nel cuore della città puntando sull'appeal della nuova piazza e sul turismo ormai destagionalizzato dei monumenti e dei musei cittadini. «Il nostro non sarà un ristorante, punteremo sulle degustazioni di vini e sugli aperitivi, ma fatti bene, con specialità di nostra produzione. In modo che la clientela potrà praticamente anche consumare il pasto, con quelle che ora vengono chiamate apericene».
Il locale proporrà anche un piccolo shop all'interno della quale i clienti potranno acquistare vini e prodotti tipici: «Data la collocazione del nostro esercizio ci sembrava saggio arricchirlo con un angolo di questo tipo, che crediamo potrà essere apprezzato dai turisti, certo, ma non solo», spiega Paccassoni. In collina il «Cacio e Pepe» è passato di mano, ma restando... in buone mani: a rilevarlo dagli ex titolari è stato il cuoco del locale, Alessio Di Domenicantonio.
Sull'altro lato dei palazzi che si affacciano su piazza Mostra, in via Suffragio, non c'è meno vivacità, anzi. Nell'attesa - vana da decenni - di un recupero architettonico del porticato, imprenditori, commercianti ed esercenti stanno facendo da soli per rendere attrattiva la via. Che è ormai ricca di ottime e variegate possibilità.
Poco meno di un anno fa ha aperto la «Quinta del Sordo» grazie a Sara Andrei, Antonio Basileo e Francesco Franzoi, poco dopo è stata la volta della pizzeria «Il Gusto». Nella parte bassa della via c'è «Milli», in cima c'è la «Vie en Rose» e in mezzo tante certezze come il «Porteghet» di Paolo Crocetti e Andrea Margoni, il «Caracolito» di Danilo Surci, le «Due Travi» di Giuliano Travaglia, il «Suite Café» di Alessandro Valentini. Lungo la via, dall'ottobre del 2021 è sbarcata con successo anche «New Pinsa».
Proprio da questo locale e dai suoi titolari arriverà presto un'altra novità per la città: dopo che nel 2019 la famiglia cembrana Ravanelli (con Edj e i figli Nicholas e Daniel) ha aperto il «New Lido» a Baselga di Piné e dopo appunto lo sbarco in via Suffragio, entro il mese di aprile arriverà un nuovo locale. Tra via Roggia Grande e largo Carducci, negli spazi che furono della Posada e di Oblò. Il locale offrirà una sessantina di posti all'interno e una quarantina nella veranda esterna.
Una proposta in più per una via che più di altre in città ha sofferto la chiusura al traffico ma che spera ora di poter vivere una stagione di rilancio, anche grazie all'intraprendenza della famiglia cembrana che andrà ad affiancarsi all'energia di chi c'è da sempre (come Ivana Pangrazzi e Franco Depedri, presidio più che ventennale con il «City Bar») e di chi è arrivato negli ultimi anni, come «Dalla Sora Giovanna» e «Dai Putei».
Tornando, infine, in via Suffragio, a giorni dovrebbe riaprire una soglia alla quale molti quarantenni e cinquantenni trentini sono affezionati, dato che è quello di un locale che andava per la maggiore tra la prima e la seconda metà degli anni Duemila: «La Stube del Gufo».
Se la vicina serranda del «Rossini», altro storico locale della via, pare destinata a rimanere abbassata, quella della ex Stube si rialzerà. Nel giro di qualche giorno, infatti, Reza Amanollah, iraniano d'origine, dovrebbe aprire il proprio Shisha bar, un locale dove oltre a degustare cocktail e snack si potrà fumare il narghilé. «Vivo con la mia famiglia in Germania da molti anni e vedo che è un tipo di locale che ha un discreto successo, se le proposte sono valide e ben fatte. Per questo ho deciso di provare a proporre questo tipo di locale anche qui a Trento».