Profughi, dal vescovo di Bolzano un invito all'accoglienza solidale
«Il dialogo con le nostre parrocchie è aperto e la volontà di collaborare c’è, ma in Alto Adige il problema dei migranti viene gestito innanzitutto dalla Provincia autonoma di Bolzano che ha messo a disposizione delle strutture che vengono gestite dalla Caritas diocesana e dall’associazione Volontarius».
Lo dice il vescovo di Bolzano e Bressanone Ivo Muser a seguito dell’invito di Papa Francesco ad accogliere i profughi nelle parrocchie.
«In Alto Adige non ci sono migranti nella parrocchie, ma chi ha chiesto asilo è stato accolto», dice Muser. Per il vescovo è comunque «importante creare un clima dell’accoglienza e contrastare con decisione le paure e i pregiudizi e sensibilizzare la popolazione alla necessità di aiutare chi ha bisogno, perché chi non aiuta compie un peccato», ha detto il vescovo. «È proprio questa sensibilizzazione che è alla base del richiamo di Papa Francesco», sottolinea il vescovo.
«Per quanto riguarda le strutture, noi stiamo pensando a metterne a disposizione, ma per farlo, occorre fare opere di ristutturazione e per questo servirebbero subito dei soldi», aggiunge il vescovo.
«Di accordi e protocolli fra Questura e Provincia autonoma per la questione dei migranti» parla anche il direttore della Caritas Paolo Valente.
«La questione non è nelle mani della Chiesa locale, ma la disponibilità di fondo c’è», ribadisce Valente.
«È nostro dovere essere solidali nei confronti di gente in cerca di aiuto che sta scappando dalle guerre e persecuzioni nei loro paesi», ha detto oggi il segretario Svp Philipp Achammer. «L’Alto Adige - ha proseguito - si è assunto delle responsabilità e lo farà anche in futuro», ha aggiunto, rivolgendo un appello all’Unione europea per un «intervento coordinato e delle risposte concrete a sfide enormi». Attualmente l’Alto Adige ospita 750 profughi. La Svp vuole impegnarsi per un’integrazione, «dando comunque anche ascolto ai timori della cittadinanza».