Tragedia in Valle Aurina, Alto Adige sotto shock. Gli esperti: «Tragedia che non si poteva prevedere»
Non è stata un'imprudenza, ma una semplice e imprevedibile fatalità a causare la valanga con sei morti sul Monte Nevoso. Mentre l'Alto Adige è in lutto per la scomparsa di cinque pusteresi, tra loro un ragazzo 16enne, gli esperti hanno iniziato a ricostruire la dinamica della disgrazia, la più grave degli ultimi 40 anni. Il noto alpinista e guida alpina Hans Kammerlander, che abita in valle Aurina ad Acereto, a pochissimi chilometri di distanza dal tremila che ha scalato innumerevoli volte, non ha dubbi. «Ieri - dichiara- sarei salito sul Monte Nevoso e avrei portato con me anche dei clienti. È stato un caso che non fossi lì. Le condizioni meteorologiche e il bollettino valanghe non lasciavano presagire nulla del genere». Kammerlander, titolare di una scuola di alpinismo a Campo Tures, assolve pienamente chi ieri si era messo in cammino con le pelli di foca: «Chi dice che con grado 2 si doveva restare a casa, non capisce proprio niente, non conosce le montagne e non onora i morti». «Si è trattato di una immensa e tragica fatalità, che poteva colpire chiunque» conclude.
Per stabilire le esatte cause della slavina, un gruppo di esperti ha effettuato in giornata un approfondito sopralluogo in elicottero. «Abbiamo sorvolato tutte le Alpi Aurine e abbiamo trovato solo le tracce di un'altra valanga» racconta Fabio Gheser del servizio valanghe della Provincia autonoma di Bolzano. «La slavina - aggiunge Matthias Hofer, istruttore capo del soccorso alpino sudtirolese Avs - è stata causata dallo scivolamento di uno strato di neve fresca su uno di neve vecchia. Si è trattato del cosiddetto fenomeno di neve vecchia, tra l'altro evidenziato dal bollettino valanghe. In queste condizioni è quasi impossibile valutare il rischio, perché non è visibile ma si nasconde in profondità».
Nei prossimi giorni saranno sentiti gli scialpinisti sopravvissuti, che attualmente sono ancora sotto shock e in lutto per la perdita di amici e parenti. Ognuna delle sei vite spezzate è una tragedia nella tragedia: c'è soprattutto quella di Matthias Gruber, 16 anni, inghiottito dalla valanga davanti agli occhi del papà. Heinrich ha partecipato alle ricerche e non è voluto tornare a valle senza la salma di suo figlio. Era della valla Aurina anche Margit Gasser, infermiera 32enne e volontaria in Africa. C'è poi la storia di Alexander Patrick Rieder, 42 anni di Chienes, che lascia la moglie e tre figli piccoli, come anche Bernhard Stoll. L'imprenditore-scalatore aveva nel suo palmares l'ottomila Manaslu.
Villabassa piange Stoll e il suo giovane compagno di cordata Christian Kopfsguter, boscaiolo di 21 anni. La sesta vittima della valanga è Horst Wallner, 49enne direttore generale della Camera di Commercio del land austriaco Tirolo, amante delle montagne altoatesine.