Mascherine dalla Cina, l’Asl di Bolzano vince il contenzioso: non devono scontare dazi
La sentenza della Corte di giustizia tributaria: l'Agenzia delle Dogane chiedeva 2,5 milioni. Riconosciuto lo stato di emergenza durante la pandemia e il rispetto delle norme italiane ed europee
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BOLZANO. La Corte di Giustizia tributaria di primo grado di Bolzano ha stabilito che le mascherine importate dall'Azienda sanitaria altoatesina dalla Cina per far fronte all'emergenza Covid non devono scontare dazi e Iva all'importazione (come previsto dall'art. 74, Reg UE 2009/1886).
Il pronunciamento riguarda il contenzioso avviato a maggio del 2020, in piena pandemia, dall'Agenzia delle Dogane contro l'Asl di Bolzano per l'importazione di un grosso quantitativo di mascherine chirurgiche durante il Covid, per le quali si chiedeva il pagamento di Iva e dazi per circa 2 milioni e 500 mila di euro.
I giudici tributari hanno dato ragione alla Asl di Bolzano, assistita dallo Studio Armella&Associati, riconoscendo l'assoluto stato di emergenza e la conformità dell'importazione alla normativa nazionale ed europea anti Covid, e annullando la pretesa dell'Agenzia delle Dogane. L'esenzione, infatti, era prevista per tutte le importazioni di dispositivi medicali idonei a contrastare gli effetti della pandemia, effettuate a partire dal 30 gennaio 2020.
Secondo la Commissione europea, inoltre, questa esenzione doveva essere integrale e senza eccezioni nei confronti delle Amministrazioni ospedaliere e sanitarie, a maggior ragione, visto l'assenza di scopi di lucro, si legge in un comunicato di Sec Newgate Italia Srl.