Giustizia / Delitto

La Cassazione conferma l'ergastolo per Benno Neumair, uccise il padre e la madre nel 2021

La sentenza diviene ora definitiva: rigettato anche l’ultimo ricorso della difesa del trentatreenne bolzanino che rimarrà in carcere a vita

IL VIDEO II corpo di Peter ritrovato
Il VIDEO/1 Il giallo di Bolzano
LA CONFERMA Genitori strangolati 
LA CONFESSIONE "Sono stato io"
IL PROGETTO Benno voleva fuggire

 

BOLZANO.  E' definitivo l'ergastolo per Benno Neumair, il bolzanino che nel 2001 uccise i suoi genitori e li gettò nel fiume Adige: la Cassazione ha confermato la condanna alla pena massima per il duplice omicidio e l'occultamento dei cadaveri dei genitori Laura Perselli e Peter Neumair. Il 33enne, che si trova nel carcere veronese di Montorio, lo stesso di Filippo Turetta, era stato condannato in primo grado nel novembre 2022 e poi in appello nell'ottobre 2023, sempre con lo stesso verdetto. Benno nelle prime settimane negò categoricamente il delitto, poi invece confessò di aver ucciso i genitori strangolandoli con una corda in seguito al ritrovamento del cadavere della madre, a inizio febbraio del 2021

Il corpo di Laura Perselli venne recuperato nelle acque dell'Adige a sud di Bolzano, all'incirca un mese dopo l'omicidio. Il corpo del padre, Peter, fu invece ritrovato solo alla fine del mese di aprile, all'altezza di Ravina, oltre 60 chilometri più a valle. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, Benno uccise prima il padre, di 63 anni, e poi la madre, di 68 anni, rientrata nell'abitazione di famiglia in un secondo tempo.

Durante le indagini per la scomparsa dei due coniugi, Benno mise anche in atto alcuni tentativi di depistaggio, cercando di lavare l'auto e chiedendo a una giovane di Ora di raccontare che la sera del delitto si trovavano assieme e avevano fumato della marijuana.

Durante il processo di secondo grado, gli avvocati della difesa avevano insistito sulla non imputabilità di Benno, rilevando come i "gravi disturbi di personalità" avrebbero reso "irrefrenabile" l'impulso di uccidere il padre al termine di un litigio. Secondo i legali, la capacità di intendere e volere del 33enne sarebbe stata "totalmente abolita o quantomeno gravemente scemata" anche al momento dell'uccisione della madre. Nella condanna di primo grado, la Corte d'assise, oltre a evidenziare la piena capacità di intendere e volere di Benno in entrambi gli omicidi, aveva riconosciuto anche l'aggravante della premeditazione, mentre non erano stati ravvisati elementi per la sussistenza delle attenuanti generiche.

Questa mattina l'udienza in Cassazione è durante ben tre ore poi, nel tardo pomeriggio, è arrivata la sentenza definitiva: ricorso rigettato e nessun nuovo processo a Trento, che avrebbe potuto portare uno sconto di pena.

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