Parco agricoloco Alto Garda, si vuole snaturare la legge
Da Coldiretti e dai primi firmatari della legge di iniziativa popolare che doveva istituire il Parco agricolo dell’Alto Garda - Duilio Turrini, Eligio Micheletti e Luigi Santini - arriva una replica alle parole dell’assessore provinciale Michele Dallapiccola, che aveva parlato di correttivi necessari alla legge di istituzione del distretto agricolo per tener conto delle mutate condizioni rispetto al 2008 quando è stata promulgata. Secondo i promotori una legge di iniziativa popolare non può essere cambiata senza il coinvolgimento di chi l’ha proposta.
«Di solito le leggi vengono modificate dopo averle applicate per apportarvi i correttivi necessari per renderla più efficace alla luce dell’esperienza maturata nella sua attuazione - scrivono - purtroppo la nostra legge di iniziativa popolare sfugge a questa regola logica. La prima spontanea osservazione è: perché non è stata applicata prima che si determinassero questi cambiamenti? Ricordiamo che nel febbraio 2013 Comuni, Comunità e associazioni economiche e sociali avevano condiviso i contenuti dell’ intesa, prevista dalla legge, propedeutica all’ istituzione del Parco agricolo.
In realtà come ben ricordano i suoi tanti sostenitori, questa legge sin dall’inizio è risultata indigesta a certi politici. Innanzitutto perché promossa dalla comunità e poi per il coinvolgimento delle varie forze economiche e sociali nella tutela e nella promozione dell’agricoltura locale.
Vogliamo sottolineare che mantenere il parere, sia pure non vincolante, sugli interventi urbanistici relativi alle aree agricole è irrinunciabile per la tutela del territorio agricolo. Ad esempio, è importante che ci sia una voce autorevole a dire di no alla cancellazione di oltre 25 ettari di aree agricole di pregio tra Arco e Riva come previsto dal documento preliminare del Piano territoriale della Comunità.
Non riteniamo né giusto né opportuno apportare modifiche significative alla legge senza il comitato promotore che ha ideato, organizzato, fatto condividere e confrontato con le istituzioni l’intera iniziativa. Quanto alle mutate condizioni intervenute nel frattempo nelle pubbliche finanze abbiamo più volte ripetuto fino alla noia che gli organi gestionali (direttivo e comitato di partecipazione) sono a costo zero in quanto i suoi membri non percepiranno compensi. Né vi è bisogno, abbiamo sottolineato, di creare un’entità giuridica autonoma perché il distretto può essere una semplice unità organizzativa incardinata nella Comunità di valle.
Se si vogliono snaturare le caratteristiche fondamentali dell’iniziativa si abbia il coraggio di dirlo ma allora, diciamo noi ,“il parco agricolo non esiste più”».