Si è spenta una voce blues Addio a Maurizio Bestetti
La sua carriera era iniziata ancora nel 1964 e nell’ambiente musicale nazionale era considerato uno dei bluesmen italiani tra i più profondi. Ma l’improvvisa scomparsa di Maurizio Bestetti, avvenuta nella notte tra lunedì e martedì all’ospedale di Rovereto causa un’infezione polmonare, ha lasciato allibiti quanti lo conoscevano non solo per via delle sue evoluzioni professionali ma per la personalità vivace e sottilmente ironica.
Di origini milanesi, 66 anni appena compiuti, aveva iniziato a frequentare la valle di Ledro a metà degli anni Ottanta, quando si era portato a vivere a Pieve assieme alla moglie Raffaella e ai due figli.
Persona riservata e grande appassionato di musica, alla musica stessa, e soprattutto alla sua chitarra, Maurizio Bestetti aveva dedicato l’intera vita, accompagnando alcuni momenti salienti del blues italiano.
Nel 1970 era entrato a far parte del gruppo di Cooper Terry, esperienza durata un quinquennio, per passare poi ad una serie di esperimenti nei tre successivi anni di pausa dal blues, al quale era tornato con il progetto «Tre Castelli Blues Band», celebre house-band del Capolinea Club, noto tempio milanese del jazz. Con l’amico Cooper Terry, Maurizio aveva ripreso a frequentare la «Blue Phantom Band», alla quale avevano fatto seguito diverse e sempre più stimolanti collaborazioni con artisti del calibro di Louisiana Red, Tony Scott, Louis Hayes e Aida Cooper.
Nel 1994 il ritorno al suono tradizionale del downhome blues, col trio semi-acustico «Blues Power», al quale si deve un excursus nella musica del delta del Mississippi e del primo periodo del Chicago Blues, come testimoniato nel cd uscito nel 1998 per Saar Records. Un’esperienza che aveva portato i «Blues Power» ad esibirsi su alcuni dei principali palchi nazionali ed esteri riscuotendo sempre grandi apprezzamenti per la qualità del suono; con questa formazione, Bestetti ha accompagnato artisti di fama internazionale come Chicago Bob Nelson, Lincoln Beau Beauchamps, Blue Lou Marini, John Tropea, Rusty Nube, Eric Udel, Lee Winkelstein, Larry Farrell, Carl Wyatt, Bob Margolin. E ancora: grazie alle sue doti chitarristiche nel 2003 Bestetti era stato nominato per gli «Italian Blues Awards» e inserito nell’olimpo dei primi esponenti del blues acustico italiano.
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Ultimamente, si esibiva per lo più con l’ensemble composta dall’altoatesino Michael Loesh e il trentino Enrico Tommasini, assieme ai quali nel 2013 - a nome di «Maurizio “Best” Bestetti & Blues Power» - aveva pubblicato il suo ultimo cd «Walkin’ Man». Tra le sue presenze più assidue in Trentino e nell’Alto Garda, quella delle ultime edizioni di TrentinoInJazz, del Garda Jazz Festival e le esibizioni nei locali della zona o in occasione di particolari eventi musicali, come la Festa della musica.
Ieri mattina, la notizia della sua improvvisa scomparsa ha fatto il giro della valle, valicandone in poco tempo i confini tramite i social network. Tra i messaggi di cordoglio affidati alle pagine del nostro giornale, il ricordo degli amici: «Un genio della musica, una persona di una sensibilità estrema e dalle grandi fragilità, di un’ironia sottile che solo le persone dotate di un’intelligenza superiore possono avere». «L’uomo di maggior cultura che abbia mai conosciuto, con l’ironia dei grandi personaggi e la giusta dose di umiltà».