Limone, ciclabile bella ma che finirà nel nulla
Tra meno di un mese a Limone si inaugura la ciclabile più famosa d’Italia, cioè i due chilometri e mezzo realizzati dai bresciani tra il paese e il confine col Trentino utilizzando i fondi «Odi», messi a disposizione da Trentino e Alto Adige per i centri appena fuori regione.
I lombardi hanno ricevuto il finanziamento come i veneti (per il tratto tra Malcesine e il confine) ma sono stati molto più veloci, battendo tutti sul tempo, noi trentini compresi. Così il 14 luglio si inaugura un’opera che è già stata celebrata dai media nazionali e internazionali (ne ha parlato addirittura l’americana CNN) purtroppo con sintesi eccessiva.
Grande enfasi per la «Ciclabile del Garda», enorme attesa per «Garda by bike», come se fosse realmente possibile fare il giro attorno al Garda su percorsi ciclopedonali. Non è così. Il tratto che sta rendendo famosa Limone nel mondo inizia e finisce lì. Più a sud non esiste una ciclabile per andare verso Tignale, più a nord non c’è nulla - per il momento - che permetta di pedalare in sicurezza verso Riva.
Una vera ciclabile non esiste neppure nel tratto torbolano del lungolago e tantomeno dalla Conca d’Oro fino a Navene. Di qui, poi, c’è una passeggiata sul lungolago fino a Brenzone, molto bella e già frequentata dai bagnanti, che si può utilizzare come ciclabile fino a un certo punto. Se i transiti diventassero migliaia non sarebbe più così agevole.
Altri tratti, spezzettati, nel basso lago, a volte anche con deviazioni nell’entroterra, ma l’idea stessa di una ciclabile che permetta di fare il giro attorno al Garda è come minimo prematura, anche se è comprensibile che piaccia a chi si occupa di promozione.
Il pericolo è che già da questa estate dall’Italia come dall’estero - dopo averne letto sui siti di mezzo mondo - arrivino sul lago cicloturisti pronti a farsi il tour del Garda ritrovandosi poi spiazzati e nel migliore dei casi delusi.
Già, perché oltre alle attese disattese c’è di mezzo anche qualche pericolo concreto.
L’esempio eclatante è proprio quello di Capo Reamol. La ciclabile di Limone permetterà a centinaia, migliaia di turisti che soggiornano in paese (800 mila presenze l’anno) di salire in sella e andare verso nord. Quanti si fermeranno e torneranno indietro quando capiranno che la ciclabile finisce al confine? Quanti, una volta arrivati fin lì, decideranno di proseguire comunque inoltrandosi sul tratto di Gardesana Occidentale più pericoloso di tutti? Gallerie, strettoie, rocce esposte, pullman, camper, moto che percorrono quei cinque, sei chilometri che già oggi sono una preoccupazione per i ciclisti più esperti ed incalliti, figurarsi per le ciclo-famiglie della domenica.
Il problema resterà tale per almeno tre anni visto che prima del 2020-21 non sarà pronto il tratto trentino.