Risatti, sindaco di Limone: «Vandali contro la ciclabile»
«C’è dietro qualcosa e sarà la magistratura a dire cosa». È a dir poco imbufalito il primo cittadino di Limone Franceschino Risatti, convinto del fatto che dietro al buco scoperto nel pomeriggio di venerdì sulla rete di protezione del parapetto della ciclopista, nel tratto antistante il confine con il Trentino e in corrispondenza della galleria Naiadi, non vi sia un evento naturale come quello del distacco di grossi massi dalla parete rocciosa sovrastante, bensì la mano di qualcuno, con un intento ben preciso. «Ecco perché ho tutta intenzione di procedere con una denuncia contro ignoti - annuncia il sindaco limonese - dopodiché sarà chi di dovere a dire se ciò che penso corrisponde al vero».
A sollevare dubbi sull’origine dello squarcio nella rete, la natura del suo aspetto: «Come si può notare anche dalle fotografie, scattate non so da chi ma pubblicate su tutti i giornali, la rete è strappata verso l’interno: se si fosse trattato di un sasso caduto dall’alto e poi precipitato nel lago, la rete sarebbe stata piegata verso l’esterno - spiega Risatti - ne ho viste tante, ma mai i sassi salire dal lago! Senza contare che nel corso del sopralluogo effettuato venerdì pomeriggio, non abbiamo trovato né il punto di distacco della frana che avrebbe scaricato il masso (che per causare un buco del genere sarebbe dovuto essere di grosse dimensioni), né altri danni alla struttura, come ad esempio segni evidenti sul piano di calpestio. Un conto sono i sassetti che si staccano dalla parete rocciosa, soprattutto in una zona delicata come questa, eventi che succedono durante tutto l’anno e con cui dobbiamo convivere un po’ come fate voi sulla Ponale, un conto è invece una scarica importante come quella che può causare lacerazioni simili in una rete metallica, un evento serio che per precauzione l’altro giorno ci aveva portati, appunto, a chiudere al transito gli ultimi 100 metri della passeggiata».
Da qui la convinzione di Risatti che quello del buco nella rete sia stato un vero e proprio atto vandalico nei confronti di un’opera diventata famosa in tutto il mondo ancor prima di essere aperta, a metà luglio, tanto voluta e ammirata ma allo stesso tempo tanto contestata. «Voi trentini siete sempre stati invidiosi - sbotta infine il sindaco, puntando l’indice verso nord - ma non capisco quale sia il problema: se i bresciani hanno fatto un’opera così bella fatela anche voi! Io non sono mai venuto a darvi fastidio o a intromettermi nei vostri progetti, anzi: vorrei ricordare che una parte della vostra ricchezza deriva dall’attività turistica di Limone, perché da noi trovano lavoro centinaia di persone residenti oltre il confine e qui i fornitori altogardesani hanno moltissimi clienti, tra alberghi, ristoranti, pizzerie, gelaterie, negozi ecc., per un giro d’affari di migliaia di euro al giorno. Ora però sono davvero stufo e passo la mano alla magistratura».