Ledro, la protesta per il caos di Tir, bici e automobili
Da un lato i mezzi lenti e ingombranti - autoarticolati, roulotte, camper, pullman; e dall'altro le biciclette - da strada, mountain-bike, a pedalata assistita, in fila per due se non per tre o quattro. Nel mezzo, gli automobilisti esasperati, una viabilità ormai fin troppo satura e obsoleta, una segnaletica costantemente ignorata e la popolazione residente, che non ne può davvero più del traffico, del rumore, del pericolo, della maleducazione e della prepotenza di chi si mette al volante o di chi monta in sella per transitare lungo le strade di Ledro senza criterio.
Quello della viabilità è infatti uno dei problemi più datati e mai risolti che affliggono il territorio di fondovalle, che mette a dura prova la pazienza della gente e si accentua in particolar modo nei mesi estivi, quando alle auto dei pendolari locali, agli autobus di linea e ai mezzi pesanti che quotidianamente percorrono le vie principali per servire le aziende del posto si aggiungono i veicoli dei turisti, i camion di passaggio, i centauri «a tutto gas», i ciclisti indisciplinati. Una viabilità quasi al collasso, sempre più gravata dal traffico, strozzata in più punti (a cominciare dal tratto di ss240 che a Biacesa è regolamentato da semaforo, per passare a quello più critico di via Maffei a Molina, nel tratto compreso tra la Famiglia cooperativa e la Locanda Tre Oche), inadeguata sul fronte della sicurezza e penalizzata dall'assenza di tracciati alternativi lungo i quali deviare la circolazione in caso di incidenti. Ma anche una viabilità sfruttata oltre misura dall'usanza ormai diffusa tra gli autotrasportatori stranieri di deviare per la valle di Ledro nell'intento di raggiungere la pianura Padana attraverso le Giudicarie e il Bresciano, intasando però così facendo le vie ledrensi e bloccando il traffico - estate o inverno che sia - nei punti più stretti.
«Con la nuova giunta provinciale abbiamo avuto modo di confrontarci anche sul tema della viabilità e di verificare la fattibilità dello storico progetto di un tunnel per bypassare l'abitato di Molina - fa sapere l'assessore alle opere pubbliche Roberto Sartori - A livello territoriale la priorità va alla Loppio-Busa ma l'urgenza di un adeguamento viabilistico di valle è stata riconosciuta anche dal presidente Fugatti. Il tunnel di Molina, con ingresso ai tornanti di Barcesino-caserma dei Vigili del fuoco e sbocco poco oltre il campeggio "Al Sole" a Besta, avrebbe un costo stimato in 40 milioni di euro. Il progetto è indispensabile ma dunque anche economicamente importante: ecco perché a breve il Servizio strade della Provincia avvierà un monitoraggio del passaggio dei mezzi pesanti lungo il tratto ledrense della ss240, per conoscere la portata del fenomeno e permetterci di capire come procedere».
E se i disagi alla viabilità e l'inadeguatezza dei percorsi ledrensi sono ormai più che noti, troppo taciuti restano invece ancora i problemi causati dal transito delle biciclette nelle gallerie "Agnese" e "Dom". La pratica, da parte di molti ciclisti, di percorrere i tunnel da e per la valle in sella alla bici nonostante questo sia vietato e comunque pericoloso, è sempre più frequentemente diventata un'alternativa alla strada del Ponale.
«L'amministrazione comunale è stata sollecitata a chiedere alle forze dell'ordine maggiori controlli per scoraggiare questa pericolosissima pratica ed evitare che prima o poi ci scappi il morto - conclude Sartori - Con il completamento del percorso ciclabile di collegamento tra la Ponale e il ponte di Pregasina (e di conseguenza la creazione di un tracciato unico dal Garda a Tremalzo) intendiamo promuovere una mobilità responsabile sia nei confronti dell'ambiente che del vivere in modo civile e dignitoso la valle di Ledro».