Dolomiti / Istituzioni

A Belluno dopo l'ok all'autonomia differenziata si rilancia la lotta per quella provinciale

Il movimento Bard richiama la politica agli impegni presi nei riguardi di quest'area alpina che da sempre chiede l'autogoverno per decidere in loco le politiche invece di subire le decisioni veneziane: lo Statuto veneto lo prevede già da anni, ma era inattuato

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TRENTO. La battaglia bellunese per l'autonomai della provincia registra un nuovo acuto, dopo l'approvazione in Parlamento della legge che attribuisce alle Regioni ordinarie la facoltà di avere nuove e improtanti competenze. A Belluno, che da mezzo secolo chiede l'autonomia in quanto area alpina di confine abitata anche da varie minoranze linguistiche, questo momento è accolto con la speranza di una svolta per l'attuazione di quanto già previsto dallo Statuto regionale del Veneto.

Si chiede, in sostanza, che sia la montagna a poter decidere le politiche locali per un territorio particolare e delicato, che da sempore è costretto a subire invece le norme varate a Venezia su scala metropolitana o della grande pianura: lontanissime dai bisogni specifici dei montanari.

Lo Statuto veneto, infatti, da una decina d'anni riconosce al Bellunese uno status di specificità e le norme parziali di attuazione indicano una serie di materie importanti che la Provincia dovrebbe poter gestire in proprio, dal'agricoltura all'ambiente, dal turismo all'energia.

Finora, però, Venezia è stata restia a dar corso a quanto stabilito e ha sostanzialmente scaricato sul governo centrale la responsabilità della mancanza di risorse finanziarie pert trasferire le competenze a Belluno. Nel frattempo, la provincia dolomitica ha perso l'elettività (a causa della legge varata dal governo Renzi dieci anni fa) e ora attende anche che si ripristini al più presto la facoltà dei cittadini di andare al voto per scegliere chi governerà l'ente.

Si tratta di un passaggio fondamentale, in vista del varo di un futuro status di "autonomia nell'autonomia", come chiesto dalla quasi totalità degli elettori bellunesi con un referendum provinciale celebrato sette anni fa.

Sul tema interviene nuovamente il movimento autonomista bellunese Bard, che fra l'altro in passato si era batutto invano per anni per allacciare un dialogo istituzionale con Trento e Bolzano nell'ottica di una cooperazione e di una visione sulla "regione Dolomiti".

«L'approvazione della legge sull'autonomia differenziata - scrive il Bard - deve essere solo il primo passo: non possiamo infatti dimenticare come si sia sempre detto che l'autonomia della Provincia di Belluno sarebbe diventata realtà solamente dopo quella regionale. Bene, ora siamo arrivati a questo momento».

Il movimento Belluno autonoma Regione Dolomiti accoglie con favore l'approvazione della legge sull'autonomia differenziata e riaccende dunque i riflettori sulla questione bellunese.

«Per quasi sette anni, la questione autonomistica bellunese è stata scientemente accantonata dalla politica in attesa dell'autonomia regionale, sulla quale tutti si sono scontrati e si scontrano per propaganda: ora che quella questione è chiusa, va data risposta a quelle migliaia di cittadini bellunesi, elettori italiani e veneti, che il 22 ottobre 2017 hanno sostenuto il referendum per l'autonomia provinciale e regionale.

Deve essere un'autonomia reale, con competenze e risorse, che sarà il preludio al ritorno dell'elettività diretta per la presidenza e il consiglio provinciale: è finito il tempo della “melina”, da oggi non ci sono più scuse», concludono dal movimento.

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