L'albergo: "Israeliani responsabili di genocidio, non sono clienti ben accetti"
Sarebbe questo il messaggio che il gestore di una struttura ricettiva di Selva di Cadore (Belluno) avrebbe inviato a un gruppo che aveva prenotato la vacanza: "Saremo felici di offrirvi una cancellazione gratuita". La denuncia è stata diffusa dal sito della comunità ebraica di Milano
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BELLUNO - Il gestore di una struttura ricettiva di Selva di Cadore (Belluno), l'Hotel Garni Ongaro, avrebbe risposto a un gruppo di turisti israeliani che, "in quanto responsabili di genocidio, non sono clienti ben accetti".
"Pertanto - viene aggiunto - qualora vogliate cancellare la vostra prenotazione, sarete felici di farlo, e altrettanto lo saremo noi di offrirvi una cancellazione gratuita".
Contattata dall'Ansa, la struttura non ha voluto dare spiegazioni né dichiarazioni.
La vicenda è stata resa nota dal sito della comunità ebraica di Milano "Bet Magazine Mosaico", che l'attribuisce a un gruppo di turisti israeliani intenzionati a compiere una vacanza sulle Dolomiti all'inizio di novembre.
È stato inoltre diffuso un presunto messaggio del gestore dell'albergo, Patrick Ongaro, su un proprio profilo social - che tuttavia risulta privato - nel quale conferma il suo rifiuto ad accogliere clienti israeliani.
Sullo sfondo, il conflitto e le uccisioni di migliaia di persone in atto a Gaza da parte dell'esercito israeliano, in risposta agli attentati di Hamas del 7 ottobre 2023 con circa duemila vittime e numerosi rapimenti.
Il sito della comunità milanese ricorda che in aprile si era verificato un caso simile con Paolo Maddaloni, titolare dell'Hotel "Le Funi" di Bergamo.
La scorsa estate un episodio simile aveva coinvolto un proprietario di case per vacanze di San Vito di Cadore (Belluno), relativamente ad una prenotazione su Airbnb per un appartamento da parte di una famiglia ebraica di cinque persone. In quel caso la risposta ricevuta dai turisti, in caratteri ebraici, fu "potete restare nei forni a gas", almeno secondo quanto riportò allora il sito israeliano Ynet. In seguito l'host bellunese si giustificò spiegando che quell'espressione era dovuta probabilmente ad una cattiva traduzione di una risposta data ad altri clienti relativamente al funzionamento di una stufa a gas, ma Airbnb sospese ugualmente il cliente dal servizio.
Sull'episodio è intervenuto anche il presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, invitando a non commettere mai lo sbaglio di "confondere i popoli con i loro governanti e con gli errori degli Stati. Ciò vale per gli israeliani come per i palestinesi".
Ciambetti ha poi sottolineato come "nessuno identifichi il popolo afghano con i Talebani né il popolo iraniano con l'oscurantismo dell'estremismo religioso degli ayatollah e via dicendo.
Qui a Venezia ebbi l'onore di incontrare di persona Shimon Peres - ha quindi aggiunto - uomo che credeva nella pace e che voleva la pace: credeva in due nazioni e due Stati per gli israeliani e i palestinesi e questo obiettivo mi sembra ancora oggi l'unico realistico e possibile". Per il presidente dell'assemblea regionale, infine, è necessario "non confondere questi gestori con il sistema dell'accoglienza e ospitalità di Selva di Cadore, e dell'intero Veneto, che è di ben altra pasta e lungimiranza". [Ansa]