Soggiorno in hotel e conto non pagato per 2500 euro
Si sono letteralmente regalati un soggiorno-relax in un hotel di lusso della val di Fassa. Marito e moglie, entrambi stimati professionisti lombardi, hanno trascorso dieci giorni in un resort, ma senza tirar fuori un euro.
Le loro quattro carte di credito risultavano non coperte e la copia del bonifico inviata attraverso e-mail è risultata fasulla. Ora i due, incensurati, dovranno rispondere davanti ad un giudice dei reati di insolvenza fraudolenta in concorso e falso in atto privato.
La coppia era arrivata in val di Fassa a metà febbraio per una vacanza di dieci giorni in un resort. Al termine del soggiorno, è arrivato il conto: 2.500 euro il totale. Gli addetti dell’hotel hanno strisciato la carta di credito consegnata dalla coppia, ma niente. Hanno tentato con la seconda carta di credito, ancora senza risultato. Nulle le operazioni anche con la terza e la quarta card intestate ai coniugi.
Marito e moglie, scusandosi per l’inconveniente, hanno chiesto di poter saldare il conto attraverso un bonifico bancario, operazione che avrebbero effettuato non appena arrivati a casa. Nulla in contrario da parte dei responsabili dell’hotel, che contavano sull’onestà della coppia. Tra l’altro la donna, psicologa quarantenne, è piuttosto nota nell’ambito professionale.
I giorni passavano e del bonifico nessuna traccia. Ci sono voluti diversi contatti telefonici e svariate e-mail da parte dell’hotel per smuovere l’imbarazzante situazione. La donna sosteneva che si trattava di un problema fra istituti di credito, perché il bonifico era stato effettuato. Come prova ha mandato via e-mail un file in formato «word» con la presunta copia del bonifico. Ma c’era qualcosa, in quel documento, che non quadrava: se ne sono accorti i responsabili dell’hotel e anche i carabinieri.
Ulteriori accertamenti, effettuati dai militari di Canazei, hanno confermato i dubbi sull’autenticità del bonifico: si trattava di un falso, pure fatto male. Il numero di conto corrente postale presente sul finto documento, tra le tante scorrettezze evidenziate dai carabinieri, apparteneva ad una persona assolutamente estranea ai fatti. La coppia lombarda è stata denunciata.