Val di Fassa, no all'aumento della tassa di soggiorno
Un no all’aumento della tassa di soggiorno ma anche un’apertura ad una possibile discussione.
Lo hanno ribadito albergatori e appartamentisti fassani, nell’incontro al Comun general de Fascia del 14 settembre in cui si sono dichiarati contrari all’incremento della contribuzione, «valutabile solo a fronte di un progetto valligiano che aumenti la qualità dell’offerta turistica». Ed è in queste parole, contenute in un comunicato stampa, che si evince una possibile apertura alla trattativa.
Nell’incontro, promosso dal Comun general de Fascia con le associazioni turistiche di categoria, è emersa chiara la posizione sia dei presidenti di Asat Alta Fassa, Centro Fassa e Moena - ma era presente anche il direttore dell’Asat di Trento Roberto Pallanch - di Unat Val di Fassa, nonché degli Appartamentisti Val di Fassa e Fitacartieres de Fascia, in merito all’aumento della tassa di soggiorno: nessuno si è dichiarato favorevole a un incremento se non finalizzato a un importante obiettivo turistico.
La procuradora Elena Testor e i conseiers de procura hanno ritenuto opportuno un confronto con le categorie, che hanno partecipato numerose esprimendo apprezzamento per la convocazione rivelatasi interessante e costruttiva, avvenuta in seguito alla lettera inviata, quest’estate, dal consigliere ladino Giuseppe Detomas che invitava a un innalzamento del tributo per avere a disposizione maggiori risorse da investire in progetti per il territorio.
«Era importante per il Comun general - spiega Elena Testor - conoscere l’opinione di chi materialmente riscuote la tassa, per poi incontrare anche i vertici dell’Apt di Fassa e il consigliere Detomas».
La contrarietà all’aumento della tassa delle categorie di Fassa non è, comunque, perentorio: se si individuerà un progetto ben definito e condiviso dagli operatori, che innalzi la qualità dell’offerta turistica della valle, la questione sarà rivalutata. Tra le criticità - indicate durante la riunione - da risolvere con azioni e investimenti mirati, c’è in particolare la mobilità, per cui va trovata presto una soluzione, utilizzando fondi provinciali (derivanti dalla fiscalità generale).