La «Regina del Feudo» più forte della tempesta
La «Regina del Feudo», una storica pianta di straordinario valore, è riuscita e resistere alle fortissime raffiche di vento e continuare ad essere un simbolo della natura della valle.
E’ questa una delle notizie date dal consiglio di amministrazione della Regola Feudale di Predazzo che si è riunito al gran completo martedì, per fare il punto della situazione relativamente ai danni riscontrati dopo la violentissima tromba d’aria di lunedì sera 29 ottobre.
Il regolano Alberto Felicetti ha presentato la circostanziata relazione del custode forestale Piergiorgio Felicetti, con la conferma di almeno 100.000 metri cubi di legname schiantato in diverse località. Le zone più colpite sono state quelle delle «Coste», «Cogol», «Col Canalin», «Crepe da Rif», Mezzavalle, «Pian Caval», «Praconè», Forno e la parte alta della «Valsorda», dove il materiale schiantato è costituito soprattutto da piante giovani.
Altre aree colpite con minore intensità sono quella di «Piai», «Pian primon», «Le Rois», «Le Vie» e «Tresca». Ora, si ribadisce, la priorità è lo sgombero delle piante dalle strade forestali, per poter accedere ai vari lotti e verificare i danni alla viabilità. La priorità della raccolta riguarda le zone «Le Rois», «Vie», Val de rif», «Campigol vece», «Tof da l’acqua», «Pian caval» e Valsorda, oltre alla parte sopra il «»Maso Coste», dove è presente il maggior materiale legnoso.
Per il resto, si valuterà la possibilità di lavorare durante i mesi invernali, tempo ovviamente permettendo.
Molte difficoltà si legano sia alla ricerca di compagnie boschive (ci sono contatti con la Lombardia e si sta valutando anche la possibilità di avere ditte specializzate dall’estero, specialmente dall’Austria (vedi anche servizi in cronaca) sia per il taglio che per la successiva vendita, sia a causa del grosso quantitativo di legname presente in valle sia per la presenza, alla base dei versanti, delle due linee elettriche da 130.000 e 30.000 volt che inevitabilmente ostacolano l’esbosco con teleferica. Cedimenti sono stati riscontrati sulla strada di «Val de Ota» e «Pian de Caval», mentre non hanno subito danni significativi le due strade forestali, costruite quest’anno, di «Tof de Vena» e delle «Prese», e rimangono da verificare quelle di «Val de Ota» e delle «Coste». Pochi danni anche a «Gardonè», dove la viabilità è già stata ripristinata.
Nel 2019, sarà necessario avere a disposizione dei piazzali di deposito del legname esboscato, già individuati nei prati di Mezzavalle, «Sacàc», «Fosc», Cristo al Giole» e «Val de Rif», dove è stata anche valutata la opportunità di mantenerlo bagnato per conservarlo più a lungo. Una nota positiva è che non si sono riscontrati danni alle strutture (Masi, Fitarèce, baite) che non sono state interessate né dalla caduta di alberi né dal vento.
Situazione dunque pesante per questo ente, evidenziata anche dal tecnico forestale Giovanni Martinelli (con 100.000 metri cubi in meno sui 365.000 esistenti nel bosco di produzione, si torna praticamente alla situazione del 1958) e del collega Juri Gori, che ha parlato di schianti su una superficie superiore ai 400 ettari. Poi l’ampio dibattito del consiglio, il quale, tra l’altro, all’unanimità, ha deciso di sospendere, almeno per quest’anno, la distribuzione delle regàlie (140 euro a ciascun Vicino) prevista per la prossima festa di San Martino, domenica 11 novembre. Nei prossimi anni, si deciderà cosa fare, in base alla situazione di bilancio. Per adesso il problema prioritario è quello del recupero del legname schiantato e, conseguentemente, della ricerca, non facile, di ditte boschive disponibili. Poi si dovrà anche pensare alle piantine da mettere a dimora nei boschi devastati, per sistemare i quali serviranno non meno di quattro/cinque anni. Facendo attenzione ai problemi idrogeologici che potrebbero verificarsi. Sulle strade della Regola, infine, è stato deciso di vietare il transito veicolare.