Nuovo ospedale di Cavalese: Zanon e Welponer avevano i progetti da 16 mesi, ma hanno taciuto «perché l'ha chiesto Fugatti»
Il commissario: «Mi dimetto». Mentre in Provincia il Nucleo di Valutazione deve decidere se approvare il progetto della Mak, si scopre che già più di un anno fa gli amministratori conoscevano persino le planimetrie. L’ex presidente della Comunità: «Sono una persona onesta, ma ci sono rimasto sotto»
LA SPINTA Così l'Azienda Sanitaria bocciava la ristrutturazione
IL CASO Tutti sapevano tutto già un anno fa
CAVALESE. Il commissario (ed ex presidente) della Comunità di Valle di Fienne annuncia le dimissioni e tira in ballo il presidente della Provincia. L'email che il 15 maggio 2020 inviò all'allora sindaco di Cavalese (un messaggio di posta elettronica con allegate le planimetrie del progetto del nuovo ospedale da realizzare nella piana di Masi), mettono in difficoltà lui, la conferenza dei sindaci e il governatore Maurizio Fugatti.
Il commissario Giovanni Zanon giovedì sera ha inviato un messaggio ai primi cittadini della Val di Fiemme e ha fatto sapere di essere pronto a rinunciare alla propria poltrona: una poltrona che scotta dopo che è emerso che lui un anno fa, ben prima che si sapesse pubblicamente dell'esistenza di un progetto di dettaglio, alternativo a quello di ristrutturazione del polo sanitario esistente, aveva in mano le planimetrie della «Città della Salute».
Allora Zanon era presidente della Comunità di Valle e condivise il documento con quello che all'epoca era il «numero uno» del Municipio di Cavalese, Silvano Welponer. Mentre sulla stampa si parlava della necessità di trovare una soluzione per i servizi sanitari di Fiemme, Fassa e Cembra, nessuno portò quelle carte davanti ai cittadini: non in Comunità di Valle, non in consiglio comunale e non in consiglio provinciale. Tutto è stato tenuto chiuso nei cassetti. Quali cassetti e di quante scrivanie non è dato saperlo, ancora. Di sicuro quelle di Zanon e Welponer.
Il nodo è quello della gestione delle informazioni: dati, disegni e mappe, che sono pubblici ma che sono stati trattati come riservati. Un approccio che possono avere dei dipendenti di una multinazionale che chiede segretezza, non degli amministratori di enti pubblici.
Se Zanon viene descritto da tutti, alleati ed avversari, come una persona di grande onestà e trasparenza, questo episodio per lui rappresenta uno scivolone.
Giovedì sera, contattato da l'Adige, ha confermato di avere inviato l'email con le planimetrie quel fatidico 15 maggio 2020 e alla domanda sul perché quella documentazione sia stata occultata per 16 mesi - mentre sulle pagine del giornali si consumava la telenovela su ristrutturazione sì o ristrutturazione no, nuovo ospedale sì o nuovo ospedale no - ha risposto: «Non so cosa dire. In questa faccenda ci sono cose che non sono tutte colpa nostra. L'idea era di tenere riservatezza in attesa di chiarezza. I medici dicevano che era meglio un ospedale nuovo e con i sindaci si era d’accordo di tenere un profilo basso: non si doveva prendere posizione in attesa di veder chiarire il quadro».
La partita sull'ospedale di Cavalese ha un grande peso in termini di strategia (sarebbe un pilastro importante del futuro sistema sanitario trentino), in termini politici (la popolazione attende servizio di qualità) ed in termini economici: il progetto di recupero dell'ospedale esistente - caldeggiato dall'amministrazione del sindaco di Cavalese in carica Sergio Finato - avrebbe un costo di 47 milioni mentre quello del nuovo polo della salute, stando alla proposta della cordata guidata da Mak Costruzioni, sarebbe di 120 milioni di euro. Gli amministratori locali su queste due opzioni sono divisi. Finora hanno preso tempo, «in attesa di vedere le carte», ma quel che è certo è che qualcuno le carte le aveva viste e le teneva nella memoria del proprio personal computer.
È stato proprio Finato a denunciare il carteggio digitale del 2020 e a darne notizia al Navip, il nucleo di analisi chiamato a decidere se il progetto di nuovo ospedale è di pubblico interesse. Zanon, dopo l'intervista rilasciata al nostro giornale, ha inviato un messaggio alla Conferenza dei sindaci parlando di dimissioni. Ha parlato anche di metodo sbagliato e di indicazioni date dal presidente della Provincia.
Cosa ha detto Zanon? Dell’email inviata da Zanon all’ex sindaco Silvano Welponer (anche ieri irraggiungibile) si parlerà a lungo. «Adesso vogliamo capire bene. Fisseremo una seduta. Conosco Giovanni Zanon come un bravo amministratore. Credo che si debba capire se la sua è stata una leggerezza o se abbia voluto occultare informazioni pubbliche». Così Maria Bosin, sindaca di Predazzo e presidente della Conferenza dei sindaci, commenta il «caso email fantasma». Dice che i sindaci non sapevano e conferma che giovedì sera Zanon ha scritto un messaggio ai primi cittadini di Fiemme parlando delle sue dimissioni. Nell’incipit del messaggio Zanon racconta: «L’anno scorso a maggio, dopo che ne avevamo parlato con il presidente Fugatti, un giorno mi chiama l’ingegner (Franco, ndr) Detassis presentatosi a me come consulente di questo gruppo finanziario del quale non conoscevo il nome (appreso successivamente) e mi propose di spedirmi via mail delle piantine dell’ipotesi di nuovo ospedale (...) e a mia volta le girai a Silvano Welponer con la sola aggiunta “ne parliamo”». E ancora: «Il consigliere Filippo Degasperi (consigliere provinciale di Onda Civica, ndr) ha presentato un’interrogazione (...) “accusandomi” di aver tenuto tutto nascosto. So bene di essere una persona onesta, ma “rimasta sotto” un metodo di operare profondamente sbagliato. Ribadisco di non aver agito scorrettamente ma solo perché su questa iniziativa era stata chiesta riservatezza, perché espressamente richiesto dal Presidente della Provincia Fugatti. Davvero penso come sia opportuno da parte mia tirarmi da parte»