Ecco la città della salute che dovrebbe sorgere in un'area agricola a Masi di Cavalese
Le immagini della proposta di nuovo ospedale firmata dall'associazione temporanea di impresa di cui fanno parte Mak Costruzioni, Siram spa e Dolomiti Energia Solutions. In valle l'iniziativa basata sul partenariato pubblico-privato ha incontrato anche molte perplessità: l'ultima parola spetta ora alla Provincia, ma anche alla Magnifica Comunità che è proprietaria dei terreni
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CAVALESE. Una struttura moderna, efficiente, dotata dei servizi che richiedono oggi le nuove esigenze sanitarie.
Il nuovo Ospedale di Fiemme - un affare da 280 milioni di euro in 18 anni - si presenta così nella progettazione proposta dall'Associazione temporanea di imprese (Ati) di cui fanno parte Mak Costruzioni, Siram spa (per la costruzione degli impianti tecnologici e la gestione della post costruzione) e Dolomiti Energia Solutions srl, con Banca Intesa come ente finanziatore.
L'operazione dovrà incassare il via libera della giunta provinciale, chiamata a dichiarare l'interesse pubblico per l'opera. «Prima però sentiremo i territori di Fiemme, Fassa e Cembra» assicura il vicepresidente della Provincia Mario Tonina.La Città della salute.
Dovrebbe sorgere nella piana di Masi di Cavalese. Un'area agricola di pregio, di proprietà della Magnifica Comunità di Fiemme. Si svilupperà su tre piani (seminterrato, primo e secondo piano) e avrà una altezza massima di 13 metri, occupando una superficie lorda complessiva di 32.043 metri quadrati per 110.402 metri cubi di volume lordo costruito.
La chiamiamo "Città", e non solo ospedale, poiché a carico dell'Ati proponente ci sarà anche la sistemazione della viabilità di accesso al nosocomio, comprendente una nuova rotatoria e due bretelline di collegamento con la viabilità provinciale. Una sistemazione stradale che riguarderà più di 3000 metri quadri e coinvolgerà anche lo sviluppo della linea di alimentazione del gas metano a servizio delle valli di Fiemme e Fassa.
L'ospedale attuale. Si trova, da più di cinquant'anni, in centro a Cavalese, e parte della comunità lo difende con i denti. Secondo l'impresa proponente, la Mak Costruzioni di Lavis, la proposta di ristrutturarlo (alternativa alla nuova costruzione) sarebbe contraria ad ogni logica: per lavori (occupazione di suolo simile), tempistiche, qualità dei servizi e spesa (nel bilancio provinciale, prima della crisi energetica, sono stati inseriti 47 milioni).
Finanza di progetto. È la modalità scelta per la costruzione della Città della salute. Rappresenta uno dei modelli di partenariato pubblico-privato (PPP) finalizzati alla progettazione, costruzione, gestione o manutenzione di opere pubbliche o di pubblica utilità. In questo caso si tratta di una finanza di progetto ad iniziativa privata, cioè relativa ad opere che, pur non essendo oggetto di programmazione, possono essere proposte alle amministrazioni da operatori economici privati.
A proporre l'intervento sui terreni di Masi è stata la Mak che, quando si interessò per la prima volta all'operazione, erano in mano alla Pat (lo furono solo per un breve periodo di tempo, prima di tornare alla Magnifica). In seguito ci furono i rilievi sull'area, chiedendo il permesso all'allora scario della Magnifica Giacomo Boninsegna, che non rese pubblica la cosa e si dimise dalla carica.
Gestione pubblica della sanità. Il soggetto privato è escluso dalla gestione sanitaria vera e propria. L'Ati costruisce e finanzia l'opera, che la Provincia poi ripaga (a rate). Manutenzione (la copertura è completa) e acquisto dei macchinari sono a carico del privato, la gestione di personale e attività rimane esclusiva dell'Apss. Per utilizzare una metafora, l'associazione di imprese mette macchina, gomme, benzina, meccanici e ricambi, ma il pilota è l'azienda sanitaria.Localizzazione.
Se la giunta riterrà l'opera di interesse pubblico potrà partire l'iter per la gara di appalto. A cui possono partecipare anche altre aziende, ma con una sicura tutela per la Mak, che ha il diritto di prelazione (a parità di offerta) e in caso di rinuncia può ottenere dall'impresa vincitrice un massimo del 2,5% dell'importo dell'opera.L'operazione - dicono sottovoce gli esperti - lascerebbe poco spazio ad eventuali ricorsi, scongiurando così quanto sta succedendo da anni a Trento con il Not.
La vera partita, piuttosto, si gioca sulla localizzazione. Detto che il progetto è disegnato nei dettagli per la piana di Masi, e che se la proprietaria Magnifica si opponesse la Pat potrebbe procedere ad esproprio dei terreni, questo non significa che non possa essere riproposto altrove.
Lo dovrà decidere la Comunità di Fiemme, a cui spetta la localizzazione definitiva attraverso il piano territoriale di comunità. In caso non venisse individuata l'area, la palla tornerebbe alla Provincia che può esercitare un potere di surroga.