Sci / L’allarme

Pista sull’Alpe Cermis, Vicini al Lagorai chiede il dietrofront: «Rischi alti per l’ambiente e per i diritti di vicinia»

L’associazione della Val di Fiemme ha voluto riportare alcune osservazioni rispetto alla possibile creazione della pista "Paol" nel Comune di Cavalese. «Durante l’innevamento artificiale i diritti inalienabili della Magnifica Comunità di Fiemme verranno calpestati e l'ecosistema verrà danneggiato»

di Andrea Orsolin

CAVALESE - Una nuova pista da sci sull'Alpe Cermis? Non una buona idea, per l'Associazione Vicini al Lagorai, che ha espresso la propria contrarietà all'opera scrivendo all'Ufficio tecnico comunale di Cavalese. L'associazione, nata per difendere il Lagorai e promuoverne una frequentazione più consapevole, ha voluto riportare alcune osservazioni in merito alla possibile creazione della pista "Paol" prevista dall'ultima variante al Prg comunale, dove è critica anche la posizione sul campeggio di lusso previsto a valle della Pista Olimpia e gli altri lavori di sbancamento in località Salera.

L'attenzione si concentra però sulla zona di alta quota del Lagorai, dove la «notizia della nascita di un'ulteriore pista da sci sul Cermis ci lascia interdetti, visto e considerato il periodo storico in cui stiamo vivendo». Basandosi sul rapporto realizzato da Legambiente in merito alla pratica dell'innevamento artificiale in Italia, l'associazione si chiede «come sia possibile che il Comune e la Provincia permettano ancora l'incentivazione sistematica e indiscriminata dello sci alpino, anche a quote relativamente elevate come sull'Alpe Cermis, che ha registrato un ulteriore aumento medio delle temperature di circa 2 gradi centigradi negli ultimi 50 anni».

La pista, con un'estensione complessiva di 9 ettari, si svilupperà passando sopra ad una zona protetta a livello comunale, situata a quota 2.040 metri, e che rientra nel registro provinciale 7140 delle Torbiere di transizione e instabili. «Questi ambienti sono molto delicati - sostengono i Vicini al Lagorai - e si tratta di habitat di assoluta rilevanza ecologica e fitogeografica. Ci chiediamo inoltre se saranno rispettati i limiti di innevamento artificiale di 40 e 50 centimetri massimi per stagione invernale. Infine, la pratica dell'innevamento artificiale porterà ad uno scompenso nella distribuzione delle risorse idriche, mutando gli equilibri dell'ecosistema umido interessato dalla pista. Che sarà investito da una quantità d'acqua molto superiore rispetto al normale, modificandone definitivamente lo sviluppo».

L'Associazione contesta poi il venire meno di uno dei principi fondanti della Magnifica Comunità di Fiemme, cioè il diritto di vicinia (ad esempio i diritti di pascolo, egnatico, di caccia e pesca...). «Questi diritti inalienabili saranno calpestati per l'ennesima volta, visto che il titolare delle piste può inibire a chiunque, nel periodo di innevamento, nonché durante i lavori di preparazione delle piste, l'accesso all'area sciabile e impedire qualsiasi attività pregiudizievole al regolare esercizio della pista».

In conclusione, la speranza dell'associazione è che il Comune di Cavalese decida di fare dietrofront. «Ci auguriamo che faccia una scelta coraggiosa, cercando di intraprendere nuove strade che possano portare beneficio alla comunità locale in primis e al turismo. Dare il via libera alla costruzione della pista in oggetto comporterebbe rischi altissimi per l'ambiente, andando a distruggere una zona umida di pregio e l'intero habitat circostante, condizionandone lo stesso microclima e la vita delle specie vegetali e animali che si trovano nella zona».

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