Sanità / Il caso

Nuovo ospedale di Cavalese: tutto fermo e la Mak fa ricorso contro la sentenza del Tar

La Provincia ha fatto dietrofront e la ditta di Lavis lamenta un danno. Intanto non ci sono più notizie della «localizzazione alternativa» sulla quale si attendono confronti e decisioni

FIEMME Ora si riparte con la procedura "partecipativa"
ALTERNATIVA Il Comune di Cavalese e il suo progetto
TRENTO La Provincia rassicura su tempi e spazi per il nuovo ospedale
TEMPI 
Per la giunta provinciale "cantiere entro il 2025"
SEDE I militari restano in via al Desert, meno spazio per l'ospedale
NOT Vent'anni di controversie e ripensamenti

 

di Flavia Pedrini

CAVALESE. Ha incassato il "ko" del primo tempo, ma per Mak Costruzioni la partita sul nuovo ospedale di Cavalese non è affatto chiusa. L'azienda di Lavis prova a ribaltare il risultato nel secondo tempo, quello che si gioca davanti ai giudici del Consiglio di Stato: ha infatti impugnato la sentenza del Tar di Trento, che lo scorso 2 luglio aveva respinto il ricorso con cui chiedeva di annullare la delibera della giunta provinciale numero 1559 del 25 agosto scorso.

Un provvedimento con cui, come noto, piazza Dante avviava il processo di localizzazione del nuovo ospedale di Cavalese a servizio dei territori delle valli di Fiemme, Fassa e Cembra ai sensi dell'articolo 31 comma 2 delle norme di attuazione del Pup, il Piano urbanistico provinciale, dicendo definitivamente addio alla proposta di partenariato pubblico privato presentata da Mak.

Una "bocciatura" del progetto che la Provincia aveva motivato con «il venir meno, per quanto emerso dalle consultazioni territoriali, delle ragioni di interesse pubblico rispetto alla proposta presentata (in località Masi di Cavalese, sul confine catastale tra i comuni di Cavalese e Tesero) nella forma della finanza di progetto».

Uno stop alla proposta dell'impresa di Lavis giunto dopo che il Navip, il Nucleo di analisi e valutazione degli investimenti pubblici, si era espresso positivamente rispetto alla fattibilità tecnico - economica dell'iniziativa. Ma per la Provincia quel via libera era comunque subordinato all'adeguamento degli strumenti urbanistici (con una variante al Pup da approvare).

Mak sostiene invece che tutti gli atti provinciali precedenti la delibera del 25 agosto 2023, con cui il progetto era stato accantonato in favore di una localizzazione diversa, avevano formato un suo "legittimo affidamento" nell'approvazione della proposta e che piazza Dante avrebbe dovuto chiederle di modificare la scelta del luogo, anziché accantonarla.

Il Tar di Trento, sul punto, aveva però promosso l'operato della Provincia, ritenendo che la procedura cui è sottoposto un project financing di iniziativa privata sia un procedimento a formazione progressiva, una valutazione "in progress", che si compone di fasi l'una indipendente dall'altra e che le scelte dell'amministrazione sono da considerarsi insindacabili e soggette ad ampia discrezionalità. Conclusioni che, nell'appello, vengono ora contestate.

L'impresa di Lavis evidenzia in primis la particolarità della procedura che l'ha coinvolta, segnata da numerosissime richieste di integrazioni del progetto iniziale (oltre 160 le indicazioni di modifica giunte dalla sola Azienda sanitaria), peraltro indipendenti dal tema della localizzazione.

Un processo durato un anno e mezzo, nel corso del quale - con dispendio di costi e personale - la proposta iniziale era stata integrata e sviluppata, al punto da fare assumere al procedimento una valenza simile a quella di una trattativa contrattuale e ingenerare dunque in Mak la legittima aspettativa di potere dare seguito al progetto di finanza presentato. 

Eventualmente anche in un'altra area: per l'impresa, infatti, la Provincia, che aveva già chiesto altri interventi sul progetto, avrebbe potuto sondare la disponibilità a fronte di una diversa collocazione.

Per questo il dietrofront di piazza Dante - un fulmine a ciel sereno secondo Mak - viene ritenuto illegittimo e carente sotto il profilo delle motivazioni, essendo peraltro avvenuto senza un riesame da parte del Navip, che invece aveva già dichiarato il pubblico interesse dell'iniziativa. Tanto più che, nella stessa delibera contestata, la Provincia lascia la porta aperta alla finanza di progetto, dando mandato ad Apac di redigere una manifestazione di interesse. Ora questi rilievi passeranno al vaglio dei giudici capitolini.

Se sul vecchio progetto la partita resta aperta, che ne è dell'iter per individuare l'area su cui dovrà sorgere il nuovo ospedale?

La giunta provinciale aveva deliberato di rimettere ai territori la decisione finale dopo una procedura di localizzazione di massima, in un'area territoriale compresa tra i comuni di Cavalese e Predazzo, aprendo anche all'approfondimento per l'area Dossi di Cavalese. In luglio, durante un incontro tra i sindaci di Fiemme, i vertici della Provincia e i tecnici, era stata definita la tabella di marcia per arrivare a una scelta condivisa. In ottobre erano previsti gli incontri pubblici per definire i criteri di localizzazione.

«A breve dovremo avere un incontro e poi dovrebbe esserci un calendario», conferma il presidente della Comunità, Fabio Vanzetta».

L'obiettivo era quello di arrivare alla individuazione dell'area su cui costruire l'ospedale entro la fine dell'anno. Ma le lancette dell'orologio corrono.

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