Niente posti per i profughi. Ballardini: «Da noi non si può»
Tra Giudicarie e Rendena, due valli per 36 comuni, non ci sono strutture pubbliche adatte a ospitare i profughi. Questa, in sostanza, la risposta inviata martedì dalla presidente della Comunità di valle Patrizia Ballardini al Cinformi e all'assessore Donata Borgonovo Re , che da fine agosto sta bussando alle porte degli enti locali per cercare di sistemare temporaneamente i 431 richiedenti asilo spettanti al Trentino, secondo l'accordo Stato-Regioni. Due le note inviate da Borgonovo Re alle Comunità di valle: una il 28 agosto scorso, un'altra il 15 gennaio di quest'anno.
«Come richiesto dall'assessore - scrive Patrizia Ballardini nella risposta del 10 febbraio inviata anche al presidente del Consorzio dei Comuni Paride Gianmoena e al direttore generale del Dipartimento salute e solidarietà sociale Silvio Fedrigotti - la Comunità delle Giudicarie ha informato e quindi coinvolto i sindaci rispetto alla delicata situazione, chiedendo di evidenziare la disponibilità di strutture per l'accoglienza dei profughi. Ad oggi non sono state formalizzate disponibilità di immobili. Al tempo stesso la Comunità non dispone di immobili propri da poter adibire a tale scopo».
Insomma, niente da fare. Possibile, in un territorio così ampio, che non ci sia neppure un buco dignitoso dove mettere qualche profugo? Risponde Ballardini: «Non vedo un problema di buona volontà, ma di avere strutture adeguate che i Comuni ci dicono di non possedere come non le ha la Comunità». Ma neppure privati si sono fatti avanti, nonostante la consistenza di strutture ricettive non sempre utilizzate: «Non abbiamo notizie in tal senso - conferma Ballardini - né ci risulta che vi siano strutture dismesse che possano essere usate in condizioni di sicurezza e conformità».
E se la Provincia dovesse «trovare» qualche struttura adeguata? «Non ci è stata comunicata nessuna decisione di questo genere».