Scontro in pista a Pinzolo: chiede 55 mila euro Il giudice: niente risarcimento e paghi pure le spese
Uno scontro sulla pista da sci può costare caro. Sia in termini fisici, quando i postumi dell'impatto richiedono una lunga convalescenza, sia per il «portafoglio». Ne sanno qualcosa i protagonisti di questa vicenda, definita davanti al giudice di pace di Tione: uno snowboarder 45enne di Pesaro e lo sciatore bresciano 67enne che lo ha querelato per i gravi traumi riportati (due vertebre rotte).
Lesioni per le quali ha presentato un conto salato: 55mila euro. Ma per il turista lombardo, al termine di una lunga battaglia giudiziaria, mercoledì è arrivata la doccia fredda: snowboarder assolto, niente risarcimento e condanna a rimborsare le spese legali della controparte.
Può invece tirare un sospiro di sollievo, almeno per ora, il pesarese, che peraltro a sua volta aveva riportato la frattura del perone e varie lesioni: in caso di condanna, non essendo assicurato, avrebbe dovuto affrontare un salasso.
Ma la vicenda, ferma restando la possibilità di un appello, non è chiusa: è infatti pendente la causa civile promossa proprio dal denunciato, che chiede a sua volta 33mila euro di danni. All'origine del contenzioso uno scontro avvenuto sulla pista Ciocca 1, a Pinzolo, nel 2009. Lo snowboarder scendeva, «disegnando» diagonali sulla neve. In quel momento, da monte, arrivava lo sciatore bresciano. L'impatto tra i due sarebbe successo mentre quest'ultimo cercava di superare l'altro sportivo. La presenza di un muro di neve di oltre mezzo metro avrebbe però impedito allo sciatore di completare la manovra.
Per lo snowboarder era stato subito chiaro che la stagione era finita: perone rotto, spalla da operare e ginocchio lussato. Soccorso dal personale in servizio sulle piste, era stato portato in ambulanza in ospedale. Il 67enne, invece, sembrava essersela cavata solo con una forte botta alla schiena, tanto che, pure sofferente, era rientrato a casa in macchina. Ma dopo qualche ora il dolore si era fatto insopportabile e l'uomo non riusciva più a stare in piedi. In ospedale il responso era stato pesante: vertebre L1 e L2 rotte e lunga convalescenza.
Capitolo chiuso? Niente affatto. Nel 2012 lo sciatore ha querelato lo snowboarder per lesioni, chiedendo ben 55 mila euro di danni e una provvisionale di 30mila euro.
Sotto accusa la velocità del 45enne e il fatto che avrebbe «tagliato» la pista proprio mentre lui scendeva, senza dargli la precedenza e «chiudendolo» contro il muro di neve. Accuse che il marchigiano, attraverso l'avvocato Francesco Moser, ha però respinto, replicando che la precedenza spetta a chi si trova già a valle e sostenendo di essere stato travolto dallo sciatore.
Ma l'infortunato, fatto singolare, non è stato l'unico a presentare il conto al 45enne: al processo si è infatti costituito pure il datore di lavoro del bresciano, che per sei mesi è stato in malattia e per questo chiedeva 1.200 euro. Mercoledì, dopo una combattuta battaglia, è arrivata la sentenza: snowboarder assolto «perché il fatto non sussiste», respinta al mittente la richiesta di risarcimento e condanna a pagare pure le spese legali della controparte.