Voleva fare l'agricamping: la Provincia gli dice no
Vigo Lomaso, stop al progetto di Francesco Poggiali
Voleva realizzare un agricampeggio, completando la propria azienda agricola in chiave turistica. Ma la Provincia gli ha detto due volte no. E l’ultima, venerdì scorso, in via definitiva.
Niente da fare dunque per Francesco Poggiali, titolare dell’azienda di arboricoltura e produzione di frutta in località Maserac di Vigo Lomaso (Comano Terme), armato di buona volontà imprenditoriale ma in una posizione considerata troppo esposta, dal punto di vista paesaggistico.
Con 32mila metri quadrati di terreni aziendali prevalentemente coltivati a lamponi o destinati alle piante officinali, o ancora gestiti a prato-pascolo per le unità equine facenti parte dell’azienda, Poggiali aveva pensato di collocare su un declivio, a nord degli abitati di Lundo e di Vigo Lomaso, otto piazzole per la sosta dei camper, completate da una casetta adibita servizi igienici e docce.
Se dal punto di vista geologico e urbanistico non erano stati rilevati problemi particolari in grado di ostacolare il progetto, la sottocommissione della Commissione provinciale per l’urbanistica e il paesaggio, il 15 dicembre 2015 non aveva invece concesso l’autorizzazione alla realizzazione dell’intervento proposto. Pur riconoscendo infatti che la realizzazione dell’agricampeggio di per sé non comportava particolari alterazioni del versante interessato, tuttavia la sottocommissione aveva rilevato che «l’area è particolarmente esposta visivamente dalla sottostante piana agricola del Lomaso e, nonostante eventuali interventi di mitigazione con cespugli, i camper in sosta rimarrebbero particolarmente visibili nel mezzo di un versante sul quale al massimo risultano attualmente insediati edifici rurali, alcuni dei quali di un certo significato tipologico. Il luogo prescelto per la sosta è di sicuro vantaggio per i camperisti ed i campeggiatori che possono godere di una vista panoramica ineguagliabile, ma non certo per chi da valle non potrà che vedere i camper parcheggiati sul versante prativo, magari pure illuminati la notte».
E a nulla erano valse le positive considerazioni economiche: «Pur tenendo ben presente che la proposta in esame appare congrua e compatibile sotto il profilo agronomico e produttivo - concludeva la sottocommissione -, tuttavia la scelta localizzativa appare eccessivamente impattante, totalmente casuale e scoordinata rispetto ai caratteri dell’insediamento aziendale».
Una porta però restava aperta per il titolare dell’azienda agricola: nell’esprimere una valutazione negativa sulla proposta in esame, infatti la sottocommissione suggeriva «di valutare la collocazione della nuova struttura ricettiva per camper in un ambito meno esposto visivamente e meglio relazionato con gli edifici esistenti».
Un giudizio contro cui l’imprenditore agricolo ha proposto ricorso alla giunta provinciale, ritenendo la collocazione obbligata ma proponendo dei correttivi e delle mitigazioni, ritenuti però insufficienti dalla giunta provinciale.
E pensare che poche settimane fa, presentando il nuovo Piano di Sviluppo Rurale, l’assessore provinciale Dallapiccola ha esortato gli agricoltori a percorrere la strada dell’integrazione con il turismo. Sembra facile...