Mire sull'acqua dell'Arnò: confronto e opposizione
«Serata di confronto e di dibattito pubblico sul problema dello sfruttamento delle acque e sull’importanza di essere tutti parte attiva nella loro salvaguardia». È il tema di un pubblico incontro che si terrà (per organizzazione del Comitato civico dei SalvArnò) nella sala dell’ex municipio di Breguzzo (Comune di Sella Giudicarie) venerdì sera a partire dalle 20.30. Interverranno Andrea Fedrizzi, per l’Associazione pescatori, Luana Silveri, per la Tam-Sat, e Salvatore Ferrari per l’Associazione ambientalista Italia Nostra.
All’incontro (che rientra nel progetto «Maniflù» del Parco fluviale del Sarca) verranno presentati il concorso artistico sul tema dell’acqua e due manifestazioni che si terranno in agosto: il 16 uscita sul territorio, il 17 ripristino di un vecchio sentiero. L’iniziativa passa sotto il nome di «L’Arnò e le sue sfumature», con l’obiettivo di «promuovere la conoscenza e la cultura dell’acqua, patrimonio da salvaguardare».
Nello specifico è l’acqua dell’Arnò, ma potrebbe essere quella di decine di torrenti del Trentino, su cui le tentazioni idroelettriche si allungano. Il torrente, che scende dalla valle di Breguzzo e va a gettarsi nella Sarca, ha sedotto qualche anno fa alcuni imprenditori privati, i quali hanno pensato che con quell’acqua si potrebbero produrre un bel po’ di chilowatt, con conseguente produzione di un gruzzoletto. È nata la corsa alla realizzazione di un paio di centrali, una nella parte alta della valle, dove peraltro c’è già una centrale del Comune di Roncone, e una nella parte bassa.
L’appetito è stato frenato dalla nascita di «SalvArnò», un Comitato decisamente contrario allo sfruttamento delle acque dell’Arnò, che ha lanciato una mobilitazione generale e che continua a lanciare iniziative per la sensibilizzazione sul tema dell’acqua.
Nel frattempo, se la centrale della bassa valle è stata fermata, quella in alto (in un ecosistema delicato) è passata attraverso alterne vicende, che nel Comitato vengono definite poco chiare e che fanno pensare (senza grandi sforzi di fantasia) ad ingerenze politiche.
Da cosa nascono questi, che sono più che sospetti? Dal fatto che la Conferenza dei servizi aveva opposto un «niet» alla realizzazione della centrale in alta valle, mentre dalla Provincia è arrivata l’autorizzazione a procedere con i progetti. Inutile rimarcare che la cosa ha sollevato l’indignazione del Comitato e degli ambientalisti.
E oggi pure dell’Amministrazione comunale, il cui sindaco, Franco Bazzoli, era stato fatto segno a critiche per il suo rifiuto di firmare contro il taglio del deflusso minimo vitale della Sarca e del Chiese, decisione che la Provincia in qualche modo è stata costretta a rimangiarsi.
Recentemente è partita da Sella Giudicarie una missiva indirizzata al Parco naturale Adamello Brenta con una precisa richiesta: ampliare la superficie di territorio appartenente al Parco in valle di Breguzzo. Non si dice (ma è chiaro che sarà così): se il Parco allargasse la sua presenza nella valle di Breguzzo andrebbe a comprendere il sito in cui dovrebbe sorgere l’opera di presa, in tal modo fermandone definitivamente la costruzione. Cosa farà l’Ente Parco? Quali pressioni si metteranno in moto?