Spiazzo, il segretario nei guai per le assunzioni
Il segretario comunale di Spiazzo Rendena è stato citato in giudizio davanti alla Corte Conti. Secondo la Procura deve risarcire 139.431 euro al Comune per il quale lavora.
Nel mirino l’assunzione a tempo determinato di tre persone, chiamate a lavorare all’Ufficio «Segreteria del sindaco e della Giunta comunale». Chiamate dirette, senza concorso, che secondo le indagini portate avanti dai carabinieri di Campiglio e dalla Guardia di finanza di Tione sarebbero avvenute senza i requisiti di legge.
Inizialmente erano stati chiamati a rispondere anche il sindaco e i componenti della giunta. Questi ultimi hanno però spiegato la loro posizione e alla fine tutte le responsabilità sono cadute sul segretario comunale. Secondo quanto spiegato dai politici l’assunzione di personale era stata dettata dalla scarsa struttura della pianta organica del Comune, dalla necessità di svolgere funzinoe sovracomunali, dalle assenze per malattia e maternità e dai rapporti interpersonali poco collaborativi tra personale e Segretario.
Per provvedere a sbrigare tutta una serie di pratiche amministrative e di adempimenti, nonché lavori alle infrastrutture comunali gli amministratori hanno ritenuto urgente assumere del personale e - stando alla loro testimonianza - era stato proprio il segretario comunale a suggerire loro di dotarsi di risorse umane aggiuntive facendo ricorso all’articolo 41 del Tullrroc (Testo unico delle leggi regionali sull’ordinamento del personale di Comuni della Regione Trentino Alto Adige). Così, dopo aver assunto a tempo determinato una laureata con la qualità di funzionario amministrativo (contratto poi prorogato varie volte fino al 2019), sempre in base allo stesso articolo è stata assunta un’assistente amministrativa (2015-2016) e una terza persona nel 2016. Gli emolumenti lordi erogati dal Comune di Spiazzo sono stati di 118.522 per la prima dipendente, poco più di 5 mila per la seconda e quasi 16 mila per la terza. Sindaco e giunta, come detto, si sono difesi dicendo di non avere avuto le competenze per verificare la legittimità dei provvedimenti adottati ma che si erano per questi fidati del «filtro istituzionale» esercitato dal segretario comunale.
L’assunzione di personale, a loro dire, si era resa necessaria a causa «dei rapporti personali estremamente problematici» che si erano creati tra personale e segretario e che avevano provocato un ingessamento del Comune. A detta del segretario comunale, che ha chiesto l’archiviazione del procedimento, la normativa non impone alcun limite numerico all’assunzione degli uffici di staff posti alle dirette dipendenze dell’organo politico e che anche un «Comune di piccole dimensioni come quello di Spiazzo, soprattutto se collocato in un contesto nel quale gli è richiesto di porsi in relazione con interessi economici importanti, può avere necessità di dotarsi di un piccolo apparato a sostegno dell’efficacia squisitamente politica svolta dal sindaco».