Dolore e commozione per l’addio a Ermanno Salvaterra: “Un uomo speciale, non lo dimenticheremo mai”
Alle 17 di oggi, domenica 20 agosto, è iniziato il funerale della guida alpina morta venerdì scorso mentre stava affrontando una via lungo il Campanile Alto (Video di Isidoro Bertolini)
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PINZOLO. Non è voluto mancare nessuno oggi, domenica 20 agosto, a Pinzolo per dare il loro funerale a Ermanno Salvaterra, la guida alpina di 68 anni morto venerdì scorso mentre stava accompagnando un cliente lungo la via Hartmann/Krauss. Questo grande uomo – lo si è si capito nel giorno più triste, quello cioè dell’ultimo saluto - rimarrà nella memoria e nel cuore di tutti coloro che ne hanno potuto apprezzare quell'umanità e semplicità che faceva capolino ben presto dietro a una scorza ruvida che era sottile. C’erano tanti colleghi, tante persone che con la montagna ci lavorano, ma soprattutto numerosi amici.
Antonella Amadei che gestisce con il marito Luca Leonardi ed i figli Michele e Gabriele il rifugio Maria e Alberto ai Brentei, ci racconta il suo ultimo incontro con Ermanno Salvaterra, che era passato li venerdì mattina. «Ermanno è passato di qui, con il suo amico venerdì mattina verso le 8. Il giorno prima ci aveva chiesto se poteva lasciare un pò di materiale per le scalate. E' una prassi per le guide alpine risparmiarsi fatiche e ci chiedono di lasciare le corde qui al rifugio. E' venuto sulla soglia della cucina dove ero con il cuoco suo amico, originario della Patagonia, ci ha salutati e mi ha detto: Antonella ho preso la corda, ma ho lascito li altro materiale, lo riprendo quando torno. Poi abbiamo scambiato qualche battuta e mi ha detto che sarebbe andato a fare una via sul Campanil Alto. Le sue ultime parole, dette nel nostro dialetto sono state: ci vediamo più tardi nel pomeriggio al mio ritorno. Purtroppo - dice Antonella commossa - Ermanno non ha più fatto ritorno».
Aldo Turri guida alpina pure lui di Pinzolo dal 2008 ai 2500 metri del fratelli Garbari ai XII Apostoli, ha preso da Ermanno Salvaterra il testimone della gestione della struttura di proprietà della Sat. «Ermanno era un anno più grande di me, tutti e due di Pinzolo, vivevamo vicini e siamo sempre stati amici. Abbiamo giocato a calcio assieme e poi è venuta la passione per la montagna. In questo Ermanno mi ha spronato ad avvicinarmi alla montagna e alla professione di guida alpina. Lui era molto più forte di me. Lo ammiravo molto".
”Quando,15 anni fa presi da lui il testimone della gestione del XII Apostoli, mi ha dato un grande e disinteressato aiuto. Abbiamo fatto tante belle cose assieme. Da amico gli raccomandavo, specialmente quando faceva i concatenamenti in solitaria, di stare attento di essere prudente. Lo era diventato. Quella di venerdì è stata una tragica fatalità, ma la sua prudenza la si evince dal fatto che chi era con lui non si è fatto male. Sono addolorato. Noi gestori abbiamo la nostra stanza e la mia è la stessa di Ermanno, venerdì sera non avevo il coraggio di dormire in quel letto e al tramonto sono andato fuori dal rifugio ed ho cantato la canzone preferita di Ermanno: "La Madonnina" che quando facevamo le notti in montagna cantavamo assieme. Poi sono andato alla chiesetta è ho acceso un cero. Oggi abbiamo messo sulla porta del rifugio la scritta: È un giorno triste: ho perso un caro amico e un grande alpinista”.