Lavis, finanziato dalla Provincia l'ampliamento della casa di riposo
Brindano al nuovo anno il presidente e la direttrice della casa di riposo «Giovanni Endrizzi» di Lavis. Ma il «cin-cin» non è di quelli di routine in questi primi giorni del 2018 e lo si capisce dagli ampi sorrisi e dallo scintillio degli occhi. Renato Brugnara e Delia Martielli allo spumante nelle flute affidano i migliori auspici per l’anno entrante, ma soprattutto la gioia per la certezza acquisita che la casa di riposo di Lavis potrà ampliarsi addirittura migliorando i già ottimi livelli di qualità del servizio ai residenti.
A sancirlo, nero su bianco, è stata la delibera del 28 dicembre 2017 con cui la giunta provinciale ha varato un piano di investimenti per le Rsa da 31 milioni di euro che prevede interventi in dieci strutture. Fra queste c’è anche quella di Lavis, che ha visto finanziato con 3 milioni 127 mila euro (a cui vanno aggiunti 600 mila euro di autofinanziamento) l’ampliamento della struttura con la demolizione dell’attuale Corpo Avisio (la ex dependance costruita a fine anni ‘80) e la realizzazione al suo posto di un nuovo edificio su tre piani, compreso il piano terra (nella foto il rendering). Un’opera che se tutto filerà via senza ritardi o inconvenienti potrebbe essere completata entro la fine del 2021.
«Abbiamo ottenuto un risultato importantissimo - commenta raggiante il presidente Brugnara -. Finalmente siamo riusciti a far capire in Provincia che era amorale avere un immobile inutilizzato ed inutilizzabile senza far nulla per poterlo rendere fruibile, vista tra l’altro l’elevata richiesta di posti letto in strutture come la nostra».
Nel 2010 Lavis era arrivata ad un soffio dal finanziamento, che all’ultimo però venne dirottato altrove. Nei sette anni che nel frattempo sono passati, il presidente Brugnara, col supporto del Cda e della direzione, ha continuato a tessere pazientemente la sua tela, mettendo ulteriormente a fuoco quelli che dovevano essere i punti fermi di un’eventuale nuova progettualità. «Il primo era la complanarietà del nuovo corpo con gli altri due (Storico e Paganella) in cui si articola la struttura: un obiettivo raggiungibile solo realizzando un’intercapedine di un metro e 30 per portare tutto allo stesso livello con costi tuttavia maggiori, nell’ordine dei 500 mila euro - spiega Brugnara -. Il secondo un numero di posti letto in convenzione tale da permettere al bilancio di stare in equilibrio. Il terzo una progettazione che tenesse aperta la possibilità di elevare in futuro la struttura di un piano».
La delibera della giunta provinciale di fatto ha accolto tutte e tre le condizioni, esplicitando in particolare quella dei posti letto che passeranno dagli attuali 101 a 116, con la nuova struttura che assorbirà 40 ospiti: i 25 che oggi sono in camere triple e 15 nuovi.
L’idea progettuale stilata dall’architetto Andrea Moser prevede un ampliamento dell’attuale immobile sia verso nord che verso est (circa 11 mila metri cubi lo sviluppo totale dell’edificio di cui 7 mila abitabili), con la realizzazione di due ascensori: quello antincendio e quello a servizio esclusivo della nuova ala. Al piano terra troveranno posto l’ingresso per le ambulanze con «sala taglia freddo» dal giardino sul fronte ovest del compendio, ingresso e reception per tutta la struttura e due palestre: per gli ospiti e per gli esterni. I posti letto saranno venti per ogni piano, dislocati in camere con bagno che si apriranno su due brevi corridoi a partire dallo spazio comune del soggiorno e di una sala da pranzo dove si aprirà l’ascensore, con ampie terrazze sul giardino del Corpo Paganella.
Renato Brugnara gongola davanti alle tavole dell’idea progettuale (le progettazioni vere e proprie saranno oggetto di gara) e non nasconde la soddisfazione: «Con un po’ di presunzione, ciò che è stato ottenuto lo ritengo in buona parte frutto del mio impegno personale - sottolinea -. Lo sento un po’ una mia creatura e non nascondo che mi piacerebbe portare avanti il progetto da presidente. Il prossimo 13 giugno però scade il mio secondo mandato e da statuto non potrò ricandidarmi alla presidenza». Lui giura che non muoverà un dito per ottenere la modifica dello statuto e c’è da credergli. Ma se qualcuno la proponesse è lui stesso a dire con la schiettezza che lo contraddistingue, che sarebbe pronto a candidarsi per la terza volta.