Per il "Coro Paganella" una grande festa pubblica per i primi cinquant'anni
Una festa pervasa da suggestioni che lasciano il segno, quella del Coro Paganella a Terlago. Emozioni dirompenti scandite dall’intreccio di armoniose melodie, ma anche e soprattutto da espressioni di sentita riconoscenza verso il maestro concertatore Claudio Vadagnini e le quaranta ugole virili, da cinque lustri sotto la sua direzione artistica.
Per celebrare in gran stile il mezzo secolo di fondazione i «paganellini» hanno liberato la loro suadente voce nel parco all’italiana del castello di Terlago, concesso sabato sera dal conte Victor Attems Gilleis. A tributare loro scroscianti applausi, in quasi due ore e mezza condotte da Patrizia Orsingher, un nutrito pubblico rimasto in religioso silenzio, galvanizzato da venti irresistibili canti al punto da esigere il doppio bis sull’onda di un tourbillon di ricordi «che resteranno per sempre», rinfocolati da curiosi aneddoti per bocca dello storico Guido Prati.
La passione per la montagna e per il canto popolare resta la cifra distintiva della formazione corale presieduta da un centinaio di giorni da Carlo Buongiovanni, entratovi dopo averla «conosciuta per caso». Il Paganella ha raggiunto non un traguardo, ma un nuovo punto di partenza, sorretto dal grandissimo affetto dei suoi.
Il Coro ha festeggiato anche con la pubblicazione del volume «Dieci lustri d’Armonia».
Una «realtà che ha saputo portare la cultura alpina ben oltre i nostri confini - detto nel saluto di rito del sindaco di Vallelaghi Gianni Bressan - e di cui avremo sempre bisogno». Per l’affezionato presidente onorario Mario Pederzolli, il cinquantesimo assume pure il sapore della fatica senza le quale non sarebbe stato possibile «spalancare una finestra che ha dato modo a noi coristi di interagire con realtà culturali e sociali diversificate».
Almeno mezzo migliaio le esibizioni sui palchi esteri, senza contare quelle nelle più prestigiose piazze italiane, sfoderando un repertorio di duecento brani d’ispirazione popolare alpina suggellato da una ragguardevole collana di registrazioni discografiche il cui primo ellepì risale al 1976. Firme di compositori del calibro di Antonio Pedrotti, Bepi De Marzi, Luigi Pigarelli, Riccardo Giavina, Arturo Benedetti Michelangeli e Fernando Mingozzi. Se nel 2011 il Coro è stato riconosciuto dal Mibac «gruppo di interesse» in occasione delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, ora non si adagia sugli allori. «Ci auguriamo - scandisce candidamente Buongiovanni - che ci possano essere ulteriori gratificanti progetti». Una sorta di preludio: non una nuova pagina, quanto un libro ancora tutto da scrivere.