Val di Non: capriolo salvato, curato e liberato
Ieri il rilascio a Ton, alla presenza degli alunni delle elementari e dei cacciatori. L'animale è stato riportato nei «suoi» boschi: la liberazione è una festa, anche per gli alunni della scuola elementare, saliti nel pomeriggio in località «Praiaz»: qui la liberazione
TON - La femmina di capriolo se ne sta buona nella sua gabbia di legno, a bordo della vettura del «Centro fauna alpina». Quando le porte vengono aperte esita ad uscire: ad ammirare la sua liberazione ci sono gli alunni delle scuole elementari con le maestre, qualche privato, diversi cacciatori. La guardia che l'ha accompagnato deve «sospingerla» verso la libertà: l'animale balza fuori in un attimo, ed in pochi istanti scompare, infilandosi nel fitto del bosco.
Tutto ha inizio il 14 agosto, quando un residente trova, a valle di Ton, un cucciolo di capriolo, apparentemente abbandonato. Il cucciolo viene nutrito a latte vaccino, poi il residente si rivolge ai cacciatori, e scatta l'operazione salvataggio: il latte vaccino non va bene, per questi cuccioli. L'animale, 50 giorni di vita, viene trasferito al Centro fauna alpina del Casteller, alimentato correttamente, cresciuto. E ieri viene riportato nei «suoi» boschi: la liberazione è una festa, anche per gli alunni della scuola elementare, saliti nel pomeriggio in località «Praiaz», dove il rilascio è avvenuto.
Protagonisti dell'operazione i cacciatori. «Ci è parso giusto far partecipare all'evento le scuole», commenta il rettore della riserva, Walter Webber . Presente anche il presidente dell'Associazione cacciatori, Gianpaolo Sassudelli , che ha tenuto un discorso ai bimbi: «Nel nostro centro ne curiamo tanti, di caprioli. La gente vede un cucciolo e pensa sia stato abbandonato, e lo tocca, così che se la madre ritorna lo abbandona davvero. Spesso sembrano abbandonati, ma non lo sono, la madre li nasconde e poi torna a nutrirli. Se vedete un cucciolo lasciatelo dov'è, contattate qualche esperto, soprattutto non toccatelo».
Al centro del Casteller annualmente ne vengono curati una cinquantina. «Prima si prova a liberarli, se entro un giorno la madre non si fa viva allora li alleviamo noi», spiega Sassudelli.
La festa continua con una merendina per tutti i partecipanti, tra i giochi festosi dei bimbi. E la femmina di capriolo, «anellata» vaga libera: e beata, dato che gli «orecchini» che le sono stati applicati ne vietano l'abbattimento.